domenica 22 giugno 2008

Beat LA!

C'era una volta un bambino... no, non è così. Anche perché, una volta, bambini di cui parlare ce ne sarebbero a iosa. Però, c'era una volta una grande squadra, probabilmente la più grande di sempre. Era una squadra forte, dicono fortissima, imbattibile. Vinse 11 titoli NBA tra il 1957 ed il 1969 giocando 12 finali. Erano inarrestabili, conobbero il miglior allenatore di sempre ed il giocatore più vincente (non possiamo dire più forte) della storia della pallacanestro. Quella squadra, rinnovata e modificata, vinse ancora, negli anni '70, poi negli anni '80, quando la National Basketball Association fu salvata dal dualismo di due immensi atleti: la leggenda Bird ed il Magic Johnson.

Lì, in quegli anni, c'era un bambino, c'erano tanti bambini, che si avvicinavano alla pallacanestro più per le imprese dei titani d'oltreoceano che per quel quelle di Coach Peterson e Dino Meneghin piuttosto che per le imprese della provincia, di una Cantù in grado di vincere due titoli europei e portata alla ribalta oggi solo dalla parodia di Marco Ranzani.

C'era una volta un basket, quello dei vostri padri, dove la magia delle immagini che arrivavano dagli USA erano una primizia, e non l'abitudine, dove evoluzioni e atletismo erano la norma, una regola irripetibile nella mediocrità del gioco europeo eccezion fatta per le corazzate sovietiche, slave o greche che però, puntualmente, venivano prese a bastonate dai collegiali statunitensi nelle manifestazioni che contavano davvero, dove alla tattica si aggiungevano una tecnica ed un ritmo inarrivabili per chiunque.

Poi arrivò il Dream Team, eravamo tutti un po' cresciuti, iniziò l'era Jordan e il basket Nba visse l'ultima stagione di americanismo puro, venendo raggiunta dal livello atletico degli stranieri, tanto da convocarne a mazzi da dieci anche nelle file del proprio campionato. Arrivarono gesta sempre più spettacolari, regole permissive sul passo in partenza, una spettacolarità pura e una regular season a dir poco noiosa e ben poco indicativa, spesso, dei valori realmente espressi in campo. Record su record, 40 punti minimo segnati in 5 gare di fila, un fenomeno dopo l'altro, un erede di Michael Jordan in uscita da ogni draft, negli anni più generosi ben 2 eredi alla volta.

Insomma, si è arrivati ai giorni nostri, dove ci sono ancora bambini e dove si è perso in parte il contatto con la realtà dove si confondono statistiche con classe, atletismo con bravura, numeri da circo con concretezza. Ci si confonde nei paragoni col passato, si scomoda MJ per parlare di bistecche (perché non Magic, visto che The Next MJ non vale nemmeno la metà di Johnson) si rincorre l'highlight più esaltante, il canestro più bello, la serie di punti che ti spalanca i cancelli della Hall of Fame. Infatti sono spariti Dream Team, Big Match e Great Rivalry. Solo confusione, polemiche sterili e un commentatore sclerotico riportato inauge da SportItalia.

Poi arrivano i playoff, arrivano le Finals, e l'orologio torna indietro: Boston-Los Angeles, Celtics-Lakers, Est-Ovest, Irish-Hollywood, Ira-Cia, nativi-invadenti, Bird-Magic, bianchi-neri. Dinastia-chirurgia plastica. Cazzate. Si giocava la finale, punto e basta, e a Boston, dopo venti e passa anni, non interessava a nessuno sapere se KG sia stato comprato solo per vincere e non ha sangue celtico nelle vene. A nessuno, tranne a spettatori neutrali che sono stati bambini con largo anticipo e ricordano troppo bene da dove veniamo, chi siamo e dove stiamo andando. Ma Boston voleva vincere e, dopo l'inchiappettata subita dai Patriots, orgoglio sportivo del nuovo millennio nel Massachusetts tutto insieme ai ritrovati Red Sox, perdere coi giallo-viola sarebbe stato troppo. So... Beat LA!

Nessun commento tecnico, nessuna risposta, nessuna verità. Diciamo che il giallo in America può non piacere, ma quello è il vero colore di tutte quelle squadre che puntano a definirsi Purple&Gold, Black&Gold, Green&Gold e mettiamoci pure i Verde&Oro carioca. Signori, quello è giallo, stupidissimo giallo, non c'è niente di oro. E, sottolineiamo, giallo e viola formano una combinazione inaffrontabile di effeminatezza e look gettato allo sbaraglio, tanto da rendere ingestibile un abbigliamento del genere e di trasformare in odioso il fatto che tali colori vengano poi abbinati alla città più sborona del pianeta (dove conta, dalle altre parti si sparano e basta). Nemmeno Malgiolio si vestirebbe così, accidenti, giallo e viola, come può essere possibile pensare a un abbinamento del genere? Va bene, ok, sono nati nel Minnesota, ma nello stato dei grandi laghi non c'è niente di giallo e viola!

Questo è giallo.







Questo è oro.























Questo è giallo-viola.












Questo è il misero verdino che ha vinto il titolo.














Da anni la sfida non si rinnovava, per colpa dei Celtics e, sempre per colpa loro, LA ha perso la 14^ finale della sua storia. 14. Quattordici. Uno-quattro, una serie di disfatte una più bella dell'altra con l'ultima che è ha evidenziato l'incapacità di Kobe Bryant di ergersi a leader e trascinatore vero, dello Zen di essere in grado di vendere frigoriferi in Alaska tanto da prendere bastonate su bastonate senza riuscire a piazzare un solo aggiustamento difensivo decente.

Gara 1, la più bella, vinta dai C's con grande intensità e dopo una grande battaglia. Gara 2, un massacro salvato solo dal freno tirato troppo in anticipo e 2-0 Boston. Gara 3, una bella vittoria di LA sostenuta dalla pessima giornata dei tiratori di Boston, una Boston capace di rimanere in gara fino alla fine. Gara 4, 24 punti di vantaggio ficcati nel cesso tirando anche l'acuqa, la rimonta delle rimonte, una squadra di attori che si sciolgono davanti alla prova teatrale più importante dimenticando, dopo un buon avvio, battute, scene ed espressioni. Gara 5, uguale alla 3 ma con avvio stile gara 4, e con i Lakers che non tirano l'acqua stavolta e restano appesi a un filo spezzato in Gara 6 in modo deciso, netto, incontestabile. Un +39 rifilato da Boston che toglie ogni polemica possibile e rimette Kobe sul mercato che non si sa mai che sia davvero colpa di Los Angeles se non si vince più. Un +39 che devasta anche l'ultimo briciolo di speranza dei ragazzi della California. E pazienza se il campionato èstato comprato, attraverso KG, attraverso Ray Allen o chi volete voi. L'emozione è fortissima, e forse sarebbe stata un centimetro più bassa se davanti non ci fossero stati loro, ancora una volta, farti credere che i ltempo si fosse fermato. Ma non c'era Magic, c'era Kobe, e si è passeggiato. Un 4-0 sarebbe stato più giusto per i valori delle due squadre.

Secondo i nostri informatori, Shaquille OìNeal avrebbe telefonato allo stesso Bryant la notte di Gara 6 per ricordargli come mai il titolo di MVP delle Finals finisse sempre a lui. E come mai lui ha vinto anche fuori LA.
"Coraggio Kobe, non ti abbattere. Non solo non sei come MJ, ma non fosse stato per me avresti vinto tanto quanto Reggie Miller. E forse saresti anche più simpatico. Era tutto merito mio..." E oggi è tutta colpa di Boston.

Comunque vada a finire d'ora in poi, questa è stata la stagione che ogni bostoniano aspettava, che i bambini cresciuti con pane e Bagatta volevano vedere. Gli dei del basket ce l'hanno concessa, va bene così. I miracoli e le favole vorremmo tenerli per ciò che conta davvero.

Mettiamo a letto il bambino, e buonanotte Los Angeles.


PS: dicono che uno dei maggiori esperti di basket in Italia finirà per sposarsi. In agosto. Già i matrimoni meridionali sono violentissimi, uscirne vivi è come sopravvivere a un bombardamento atomico, in più sarà in agosto. Hai voglia ad aspettare la brezza che dovrebbe salvare gli ospiti. Ricordo che l'unico matrimonio meridionale a cui sono stato era a Parma; un ragazzo salentino che vive in Emilia. Gli invitati non riuscirono a organizzare la tipica tre giorni di festa che li contraddistingue di solito, almeno secondo le leggende che ci racconta Don Borghezio (sempre attento lettore delle nostre rubriche). Ad ogni modo, 'sto tizio era un poliziotto, quindi io mi ritrovai al tavolo con solo carabinieri e pulotti.. hai voglia a trovare il coraggio di chiedere chi avesse voglia di rullare una bomba.

Comunque si è sposato con una greca per cui tutto questo non c'entra nulla. Abbiamo infiltrato un nostro uomo al matrimonio in questione, così, per fare un reportage di gossip e mandargli gli auguri. Sarà il testimone dello sposo, quello non ufficiale per la cerimonia ma ufficiale per noi di East Coast Time. Va be', auguri a Goat e Francesca. E viva il testimone dello sposo.


GOTTA BEAT LA!



6 commenti:

angyair ha detto...

Grande china!
Finali che sono state un tuffo nel passato, tecnicamente non hanno offerto nulla di eccezzionale, ma le emozioni ci sono state ed è stato bello vedere gente come KG felice come un bambino a Natale.
Di nuovo complimenti ai Celtics.

P.S.: i matrimoni di 3 giorni non esistono, ne basta e avanza uno.
Il testimone? Quindi abbiamo l'esclusiva del matrimonio del secolo? Quando dobbiamo cacciare?

therussianrocket ha detto...

ahahahah grande china, ottima la parte sul giallo-viola, bel colore di merda. E a scuola ce la menano per anni coi colori complementari. Mah.

Velo pietoso su the next MJ anche se per tratti di questi playoff l'ho trovato abbastanza jordaniano, poi è arrivata una difesa decente e tanti saluti. Shaq in quella telefonata gli ha lasciato anche un bel rutto come ricordo dei tempi andati.

ps: volevo mettere un pezzo ma sto punto aspetto visto anche il moto gp...in ogni caso lo avevo appena iniziato.

azazel ha detto...

archiviato degnamente il calcio (ah se pol vuoi, puoi scrivere con calma un sunto di questi europei) torniamo al mondo ammericano e lo facciamo a bomba (da rullare con gli sbirri)

giusto che l abbiano vinta i verdi e non i gialloviola, anche perchè era il loro anno (cit.), peccato che non abbiamo avuto una grandissima finale (colpa dei lakers probabilmente) ma vabbè, dopo le finali dell' anno scorso quelle di quest' anno sono state comunque "oro".

Anonimo ha detto...

Un ringraziamento particolare all'autore del pezzo ed un altro al testimone dello sposo. :D

Una sola cosa... la faccenda dell'anello comprato tramite KG o allen è secondo me una delle più grandi barzellette del basket di oggi.
Poi i Lakers storicamente sono proprio gli ultimi a poter parlare perchè quando sventolano le loro sirene e i loro quattrini sono ben pochi i giocatori che resistono, anche se fino al giorno prima erano acerrimi nemici dei gialloviola. Allora metà dei loro anelli è stato comprato? :gazza:
Per non parlare di chi dice che McHale ha fatto un ottimo lavoro per Boston seduto su una scrivania in Minnesota.
Perchè quello di West per L.A. con l'affare Gasol?

Vabbè, via... complimenti agli irlandesi...


Lo sposo.

aLesAN ha detto...

Anche gli sposi leggono ECT? :matrimonioarischio:

therussianrocket ha detto...

fantastico il rap di shaq contro kobe!