giovedì 30 ottobre 2008

Sport e Immagini #15



Phinally!!
I Phillies vincono le World Series e regalano alla città di Philadelphia qualcosa da festeggiare dopo 25 anni. Battuti i Tampa Bay Rays, rivelazione di questa stagione di baseball, per 4-1. Cole Hamels MVP delle Finali.

mercoledì 29 ottobre 2008

London experience

Artemio, in arte Renato Pozzetto, aveva descritto perfettamente il ragazzo che lascia la campagna e se ne va in città, con gli occhi del ragazzo della campagna proverò a raccontarvi quella che è stata la mia 3 giorni londinese, mixata con 3 ore di fantastico football.

I giorni potevano essere anche più di 3, questo è vero, però i proventi pubblicitari della radio ci (a me e ad island) hanno consentito solo questo numero esiguo di notti inglesi, considerando la qualità delle quali diciamo che va più che bene: la birra la prima notte, l' allarme la seconda notte, la sveglia alle 5 la terza notte....e il continuo russare del sottoscritto hanno ridotto al lumicino le forze del povero island, in crisi d' astinenza da pasta e da sonno, tanto da farlo crollare sul volo del ritorno nonostante la sua paura assurda dell' aereo, che neanche P.E. Baracus dell' A-Team.....

Non sarò di certo io a dirvi quanto è figa Londra, magari potrei dirvi di quanta figa ci sta, il detto che vuole che le inglesi superata una certa età tendano alla dilatazione, ha incontrato 2 postulati che, benchè non lo neghino, rendono la situazione meno drastica del prevedibile: 1-non tutte le donne a Londra sono inglesi, 2-di donne over una certa soglia e quindi passibili di “dilatazione” ne abbiamo incontrate veramente poche...e una di questa si era fatta ben volere per altri motivi, che spiegheremo in seguito. Fatto questo preambolo grazie al quale terremo incollati al monitor alcuni dei nostri lettori (Poli?) almeno sino a quasi alla fine del pezzo, torniamo a parlare d' altro: mai viste così tante bionde, alte, occhi azzurri, fisicamente tendenti alla perfezione, una delle quali ha ridotto alla parziale mutezza (cit.) il prode island, che pur avendo per la prima volta il saggio angyair seduto affianco alla metro non è riuscito a spiccicar verbo, stregato dalla sirena che sedeva innanzi a lui.

La movida notturna di Londra coglie impreparato non solo un ingenuo contadino come il sottoscritto, ma anche degli scafati cittadini del mondo provenienti da Carpi, la prima serata, che a detta di Matteo da Padova, era la serata tranquilla, si trasforma in fretta in una serata da ricordare: giunto a Camden Town, zona periferica quanto basta, per il primo mini-meeting in terra straniera. Mi accorgo subito che c' è qualcosa che non va, appostati in un angolo scambiamo i primi brindisi con alcuni dei carpigiani, quando vedo passare un volto che non mi è nuovo, il bucaniere/carlito/spara, noto a chi ha frequentato il queen's di Carpi, in compagnia di 2 che però non sembrano modenesi; il nostro è visibilmente contrariato, urla in nostra direzione qualcosa, che io ancora frastornato non riesco a capire, decido quindi di andarmi a prendere una birra. Poco dopo ci viene svelato l' arcano, carlito, in una intrepida azione solitaria, si era lanciato per le vie di Camden, in cerca dell' arrotino e incredibilmente l' aveva trovato!! O almeno lo credeva, in realtà infatti i 2 amici neri, non erano arrotini, bensì dei venditori di coltelli, appurato del fatto in un vicolo buio, il carpigiano coraggioso, aveva preferito far ritorno alla base, un po' abbacchiato. Ed è per questo che, per tirarlo un po' su di morale, il prode fillo/gman ha deciso di comprargli dei bei lillà, 4 5 fiorellini, comprati dal fioraio all' angolo, brava persona, venditore ambulante, che si preoccupa della nostra incolumità, be careful continuava a ripeterci, e noi non capivamo perché, dei lillà non hanno mai creato problemi a nessuno, certo chi dice che Londra è carestosa, in questo caso ha tutte le ragioni del caso, mai pagati così tanto dei fiori di campo.......

Nel mezzo di tutto questo la serata al world's end, dove abbiamo scoperto che la fine del mondo non avverrà per la sete, bevono tutti e tutte, un numero imprecisato di volte e tutte sono ben disposte, purtroppo non quanto il nostro inglese, quando finalmente, riusciamo a tirare nella nostra trappola una ragazza simpatica e mai sopra le righe, ella ci viene strappata da un inglese tanto largo quanto alto al grido “that's my bitch”, poco prima si era fatto conoscenza con una bionda (ovviamente) che si era buttata assieme ad un ignoto accompagnatore nel mezzo di uno dei tanti nostri brindisi, avevo scoperto troppo tardi che l' accompagnatore non era il suo boyfriend, bensì semplicemente suo cugino, proveniente da Calgary (lui) e fan di Iginla a cui vanamente si è cercato di spiegare che su ECT i pezzi dell' hockey li scrive Russetti e li leggono tutti, la scoperta della parentale era però ormai inutile, la bella bionda si era persa nei meandri del locale, che definire pub non rende l' idea.

Capitolo underground: avete mai preso la metro a Roma? Ecco...uguale....15 linee, 200 incroci, non un barbone, non una scritta sui treni o sui muri, 800 treni, ma forse questo, non vi interessa. Avete mai preso (e qui torniamo alla curiosità dell' ingegner Poli da Verona) la metro a Milano o visto Studio Aperto? La ragazza che faceva lap dance....non era la stessa, non si è spogliata, non ha voluto soldi, ma farmi la lap dance a 50 centimetri dalla faccia è stata un' esperienza per cui è valso il prezzo del biglietto del mio ultimo viaggio in metro....lei e la donna scalza che all' 1 di notte scende vestita di una specie di sottoveste con un giubbetto sopra da una macchina da papponi sono le 2 vincitrici del premio “perché Londra è diversa dal resto dell' Europa”

L' amica di Davide da Verona vince invece il premio “chi l' ha vista a parte Teo che l' ha impaurita con la sua teoria sul lolitismo?”.

La domenica è gameday: la leggerissima colazione all' inglese ci dà la spinta per iniziare la giornata che prosegue con l' incontro a Bond Street, con un tifoso dei Niners che ci chiede la strada per lo stadio, gli diciamo che il San Nicola di Bari è dietro l' angolo e non la prende bene, facciamo finalmente conoscenza con Angelo da Lecce e la sua infreddolita ragazza, che per via del freddo forse si gioca le ultime chance di matrimonio. Con i Leccesi ci dirigiamo allo stadio, ritiriamo i nostri biglietti e andiamo al Tailgate Party, che se definiamo una cagata pazzesca spero non si offenda nessuno. Qui incontriamo la colonna toscana del forum, ovviamente Assioma2 ci mette al corrente che jyk è ancora in hotel a parlare con i suoi folletti, maghi, stregoni, elfi e in più porta notizie dall' Italia (Juve-Torino 1-0, il derby dei poveri). Fatta un po' di spesa nei negozi addiacenti allo stadio (il mini-helmet dei Raiders, in mancanza di quello dei Cowboys è un buon modo per iniziare la collezione e spacca di brutto; la maglia di Romo non potrà fare altri danni essendo che li QB è già spaccato di suo) finalmente ci si mette in fila per entrare, tornelli, perquisizione, rampe, settore 508, stadio.....

La partita, a parte il sack, ci presenta ogni possibile casistica del football americano: l' extra point sbagliato, il challenge che provoca un' esultanza smoderata da parte di island, la safety inspiegabile a fine partita, intercetti e intercetti riversati, l' hail mary pass, flag per esultanze smoderate (stavolta non di island), un Lance Moore tarantolato anche sin dal riscaldamento e poi la gente dello stadio, fantastica, tutto fantastico, anche il tifoso dei Rams, con la maglia numero 22, Stinson (chi??), sul parziale di 3-0 comparso sul maxischermo ad inizio partita tra St.Louis e New England, si alza in piedi esultando come un matto e lo ripete per ogni aggiornamento, alla fine arriverà la sconfitta, l' abbraccio con un tifoso con il cappellino dei Pats e l' applauso di tutto il settore che ormai partecipava con lui alle emozioni degli update dagli altri campi.

L' uscita dallo stadio è lenta ma ordinata, unica preoccupazione non pestare le cagate di un metro quadro dei cavalli della polizia, elusivi come LT ci riusciamo e andiamo a concludere questa spedizione londinese al pub dei Carpigiani, davanti all' ennesima ma questa volta ultima pinta di Guinness e con le immagini di Giants-Steelers sullo schermo, ci fa compagnia un vagamente esagitato tifoso di New York, io e punkish, ovviamente gufiamo, ma non ci riesce, problemi di long-snapping. Salutiamo la truppa capitanata da un carlito un po' abbattuto per la sconfitta dei suoi Buccaneers e completamente senza voce, ma per lo meno ancora con i fianchi tutti belli senza un graffio. La giornata è finita, il Lunedì comincerà alle 4.55 e termina con la visione delle World Series in hotel, Phila vince...vabbè, unico piccolo neo negativo in questa spedizione. Torniamo a casa un po' distrutti, ma felici....ringraziamo con queste ultime righe tutti i nostri compagni di viaggio, tutte le facce note e anche non note che abbiamo incontrato in questi 3 giorni che hanno reso l' esperienza veramente unica...forse non ho reso l' idea con queste parole, ma ci siamo veramente divertiti.


Ps. stanotte è iniziata l' nba, ci scusiamo con i nostri numerosissimi lettori che con bramosità aspettavano un pezzo introduttivo sulla stagione, l' NBA ormai è un fenomeno totalmente commerciale ed ha saturato il mercato, l' NHL è il presente, l' articolista NHL che descrive la settimana NFL è il futuro che è diventato realtà.

lunedì 27 ottobre 2008

[week 8] Unofficial recap

Se leggendo il nome dell’autore di questo pezzo vi state chiedendo cosa cazzo c’entro con la Nfl, vi state ponendo la domanda corretta. Purtroppo, uscito vincitore da un numero tale di sondaggi che nemmeno Silvio Berlusconi alle ultime politiche, mi vedo costretto a commentare uno sport che un noto forumista ha equiparato alla pallavolo.

Come se non bastasse, il megadirettore galattico ha deciso di stabilirsi in pianta stabile nella ridente città di Londra abbandonando una nave che per il momento ancora non affonda (almeno fino al prossimo pezzo di Pera, che si ringrazia per la preziosa collaborazione), mentre il romanziere non si è concesso una settimana di vacanza perché i suoi (nostri) Broncos non hanno giocato, ma si è sposato. E non ci ha detto nulla.

Tuttavia, la notizia della settimana è un’altra, ovvero l’incredibile vittoria dei New York Jets, orfani del loro miglior giocatore, Brett Favre. Pare che Favre, in assenza di una sim svizzera che Luciano Moggi impegnato in processi in cui si attribuiva la paternità della vittoria del Mondiale non è stato in grado di procurargli, abbia trascorso l’intera partita sulla panchina della squadra avversaria, per raccontare al coach dei Chiefs come riuscire a battere i Green Bay Packers la settimana prossima. Interrogato sull’argomento, il forte qb si è difeso: “Stavamo solo chiedendoci perchè nessuno legge gli articoli di aza” e pare che i media se la siano bevuta.

A questo punto del nostro recap, avevamo in programma di parlare della sfida che si è giocata a Wembley tra Saints e Chargers, lasciando eventuali approfondimenti ai nostri inviati in loco, ma per una precisa scelta redazionale, preferiamo sposare l’adagio che recita che il football americano deve restarsene in america, rinunciando dunque al diritto di cronaca, lamentandoci inoltre di quanto sia stata inopportuna la scelta di uno stadio che ricordiamo essere stato inaugurato da una tripletta di Pazzini. Si poteva fare decisamente meglio.

Tornando al football giocato, menzione d’onore va fatta per la prima vittoria di Dallas senza Tony Romo. Vittoria peraltro abbastanza agevole, basti pensare che il miglior giocatore in campo per Tampa è stato Bryant, che dopo aver saputo che Lebron James è forte a football ha deciso di sfidarlo anche lì. James si è momentaneamente accasato con i Chargers, la squadra di “coloro che fanno fallo in attacco” e staremo vedere come andrà a finire.

Mentre Cincinnati Bengals e Detroit Lions (che ringraziamo per aver dato vita all’omonimo snack che è dieci piste sopra al Mars) fanno a gara tra chi ne prende di più, nel big match di giornata i campioni in carica NY Giants compiono il colpaccio in quel di Pittsburgh in una sfida dal sapore di superbowl, Denver permettendo. Colpo esterno che viene bissato dalla vittoria dei Seattle Seahawks sui San Francisco Giants, con questi ultimi indicati come favoriti dal 97% degli esperti espn, tra cui il sottoscritto. Ringrazio Seattle per aver interrotto la mia corsa verso il milione (vedevo già la sagoma di Gerry Scotti apparire all’orizzonte. E vomitavo.) o “streak for the cash” che dir si voglia, fermatasi a quota quattro e auguro loro di trasferirsi ad Oklahoma City il più presto possibile.

Infine, i Titans stanno giocando l’ultima partita della più breve stagione nella storia della Nfl. La lega sarà infatti investita nei prossimi giorni da uno dei più grossi scandali in materia di doping e tutti gli incontri verranno sospesi fino a data da destinarsi. Una decina di giocatori sono già stati individuati per aver fatto uso di diuretici che agiscono coprendo l’assunzione di steroidi e a breve usciranno i nomi. Già noto quello del pusher, si tratta di un volto noto per la polizia di Manhattam che coordina le indagini: Barry Bonds.

Direi che è tutto per questa settimana, sperando che nell’intervallo di tempo in cui sarò occupato a caricare le foto e a pubblicare il pezzo non muoia qualche giocatore in una qualche sparatoria.

mercoledì 22 ottobre 2008

[week 7] NFC > AFC ?

Dopo sette settimane, non si può più parlare della rondine che non fa primavera, dopo sette settimane, l' autunno è ormai inoltrato e le classifiche iniziano a darci i primi verdetti, e se i Titans a 3 vinte e 0 perse erano una sorpresa, ora a 6 vinte e sempre 0 perse sono una realtà, sorprendente quanto vi/ci pare, ma una realtà con la quale fare i conti: il calendario non è stata dei più difficili, bisogna pur ammetterlo, la seconda parte di stagione proporrà scontri più indicativi, ma in questa pazza NFL in cui tutti sembrano poter perdere da tutti, essere imbattuti a metà ottobre va al di là di qualsiasi schedule. Domenica Kansas City non ha impensierito praticamente mai i ragazzi di Fisher, che hanno passeggiato per un tranquillo pomeriggio soleggiato, nota saliente della partita il touchdown di LenDale White: chi l' ha mai visto giocare o anche solo camminare sa che stiamo parlando di una balenottera, il ragazzo distribuisce più o meno uniformemente i 100 e passa chili lungo un metro e ottanta centimetri di altezza, e per usare un eufemismo le sue doti velocistiche non sono il suo forte; ebbene, il nostro ha evoluito domenica in una stupenda....corsa per 80 (!!!) yards, ad un certo punto sulle 20 ha dato l' impressione di chiedere una tregua, ma ha tenuto duro fino in fondo, fino ad andarsi ad arenare nella endzone, il gesto atletico non è passato sotto traccia nemmeno tra i network americani che con fare goliardico sono andati a pescare il TD su ritorno da intercetto di 55 yards messo a segno la settimana scorsa da colui nato sotto il nome di Juqua Thomas, che da quest' anno si fa chiamare Juqua Parker, professione defensive end, tempo occorso per correre le ultime 50 yards: 6 secondi e 31, solo 53 centesimi più lento di uno che di mestiere farebbe il running back, e running non è una parola messa lì a caso....quando la stagione gira la vedi anche da queste piccole cose, lo stesso accade quando la stagione non gira, e sembra così per i Chiefs, per la seconda volta in 6 partite sono stati costretti a schierare 3 QB, come se la situazione non fosse giò disastrosa di suo e come se il primo QB fosse all' altezza del posto, anche questa domenica prima Croyle (colpito da Haynesworth al ginocchio), poi Huard (colpito da Jason Jones alla mano) e infine il già citato nelle settimane scorse Thigpen si sono adagiati dietro al centro, in attesa che la partita raggiungesse rapidamente il suo termine, così come Gonzalez (arrabbiato, invec no, ma forse sì per la mancata trade...) e soci non vedono l' ora che sia Gennaio, un' altra annata buttata in quel di Kansas City....

Insomma in questa settimana le “sorprese” hanno continuato a confermare il loro reale valore con le vittorie: Buffalo continua a vincere (5-1) e continua a battere formazioni che l' anno scorso erano approdate ai playoff: dopo Jacksonville e Seattle, è stata la volta di una San Diego favorita ad inizio anno, ma che sta incappando in più di una difficoltà. I Bills invece ritrovano Edwards e ritrovano “magicamente” la vittoria: partita in bilico sino alla fine, quando Kawika Mitchell ha messo la parola fine con un intercetto in endzone. Rivers, continua a pasticciare con il pallone, come San Diego continua a pasticciare in generale, il record di 3-4 sarebbe da panico in tante altre division, nella AFC West no...questo l' unico motivo per sorridere per i Chargers che nel frattempo sono volati a Londra per la partita di Wembley la prossima Domenica, dove troveranno dei Saints, anche loro in condizioni fisiche e mentali precarie.

Insomma il mondo dell' NFL sembra si sia capovolto e più passano le settimane più non sembra esserci alcuna intenzione di tornare a testa in su. Alle già citate San Diego e New Orleans, si aggiungono Indianapolis, New England, Dallas, Seattle, tutte squadre che dovevano dominare la loro division e non solo, che invece si trovano in brutte acque, sabbie mobili che lentamente li stanno inghiottendo, infortuni ma non solo, il gioco del football è un gioco dagli equilibri molto instabili e basta poco per perdere il ritmo, la concetrazione, l' amalgama nella giocata....quegli intagibles che tanto piacciono agli americani e che trovano un degno esempio nella situazione attuale della Lega.

Una curiosità che emerge nelle classifiche attuali è che questo periodo di estrema incertezza ha portato un riequilibrio delle forze: l' AFC ormai da anni era la conference con gli squadroni, il Championship dell' American era da tutto considerato il Super Bowl anticipato, chi usciva dall' NFC raccoglieva spesso le simpatie dei tifosi neutrali, il Davide che doveva batter Golia...l' istantanea che ne esce a circa metà stagione ci descrive una situazione diammetralmente opposta: escluse le attuali leader di divisio, in AFC una sola squadra ha il record sopra il 50%: i Patriots, pur privi di Brady, riesco a tener botta e aspettano, con il loro 4-2, che i delusi (SD, IND, JAX) arrivino di rincorsa per conquistare almeno una wild card. In NFC dietro alle prime invece sono ben 5 le squadre con un record positivo: Carolina, Atlanta, Green Bay, Washington, Dallas, tutte tra un 4-3 e un 5-2 che preannuncia una lotta per un posto in Gennaio che potrebbe fare vittime illustri.


MVP


Clinton Portis, mvp di settimana per chi vi scrive e probabilmente uno dei più seri candidati all' MVP stagionale, stando a quello che abbiamo visto sino ad ora. Le 175 yards di domenica sono la quarta prestazione consecutiva oltre le 100 yards, il ragazzo, che giova ricordare ha ancora soltanto 27 anni, viaggia da una media di un TD a partita, sempre tra le 20 e le 30 portate, grazie alle quali Jason Campbell può limitare gli errori e continuare la sua crescita...e se Washington vince sempre (o quasi) tutte le partite con lo scarto ridotto il merito è anche delle corse dell' ex Broncos, che tanto aiutano a gestire palla e cronometro, considerando anche il fatto che domenica è arrivato anche l' unico fumble della sua stagione sinora, fumble che peraltro ha riaperto una partita che sembrava ormai in ghiaccio.


PLAY OF THE WEEK


Un paio di settimane fa avevamo strabuzzato gli occhi per la ricezione di Booker, questa settimana è la volta di un' altra ricezione, la tecnica che non ti insegnano all' high-school, ma che ti fa vincere un Super Bowl: la tyree-tecnique ha fatto scuola, questa volta è stato Lee Evans ad aiutarsi con il casco per mantenere il controllo del football, mentre con i piedi danzava a 20 cm dalla banda bianca che divide i 6 punti dall' incompleto. Spettacolo allo stato puro

Non sarà il play of the week, ma ci teniamo a nominare Dan Orlovski: la settimana scorsa il nostro si era reso protagonista di una delle azioni più esilaranti di questo inizio di stagione, la passeggiata fuori dalla endzone, dalla parte sbagliata, aveva portato 2 punti agli avversari e lo scherno dell' america intera, che se non era per l' arbitro che aveva fischiato la fine dell' azione lui stava ancora correndo tra i seggiolini delle tribune. Nella vita sappiamo che non sempre la seconda chance ci viene concessa, a lui invece è andata bene, e già 7 giorni dopo si è trovato nella stessa situazione, ancora una volta spalle al muro, ancora una volta la pressione dei difensori che arriva, ancora una volta costretto a scappare, ancora una volta la tribuna con la scritta exit come facile via di uscita...ma questa volta no, questa volta Orlovski aveva studiato, non si è fatto concupire da quelle sirene che gli suggerivano di scappare via da quel campo così ostile a lui, ha combattuto contro le sue paure, ha lanciato ed ha completato!! Per la prima vittoria dei Lions c' è ancora da aspettare, ma ora a Detroit sanno che su Orlovski possono contare....forse.


L' EFFETTO SORPRESA


Ormai nel football, come per tutto il resto delle cose, non è più facile inventare qualcosa, ormai tutto è stato inventato e re-inventato. La moda del momento in NFL sembrava essere la Wildcat Formation, il direct snap diretto al RB con il QB schierato in posizione esterna, chi segue un po' il college football sa che questa non era di certo niente di nuovo, squadre come Arkansas negli ultimi anni (con Felix Jones e McFAdden) la usavano per l' 80% dei giochi e in generale era molto più usuale vederla giocare tra i ragazzi del college, piuttosto che tra i professionisti. Così che quando qualche settimana fa i Dolphins l' hanno rispolverata tra i pro, la curiosità degli appassionati è stata tanta, i Patriots come vittima sacrificale, subirono 4 TD in questo modo, ma non furono gli unici a rimanerci sorpresi (a lato una foto di Belichick al primo TD di Ronnie Brown nella partita giocata il 21 Settembre), gli stessi Patriots la settimana successiva la usarono, ormai orfani di Brady, per mandare in TD Faulk, e dopo il bye Miami continuò con buoni risultati, sia contro i Chargers sia contro i Texans (azioni di cui aveva già parlato nel pezzo della settimana scorsa Zabry) e poi....e poi sono arrivati i Ravens, l' effetto sorpresa ormai inizia a non essere più sorpresa e i guadagni della formazione sono iniziati a sparire: non hanno mai superato la linea di scrimmage...aspettiamo comunque con ansia la prossima di Miami, in attesa che Sparano apra ancora la borsa dei trucchi.



FOOTBALL DI SERIE Z(F)

Senza alcun indugio assegniamo il primo premio della settimana alla Società Elettrica di Buffalo, che con la gentile collaborazione di alcuni palloni aerostatici, ha offerto un bel blackout in due tempi presso il Ralph Wilson Stadium: niente “Luci a Marsiglia” perchè si giocava di giorno, in compenso la diretta della CBS ha avuto più minuti mancanti dei nastri del Watergate dopo gli editing di Richard “Tricky Dick” Nixon, gli inserzionisti ringraziano.

Mentre John Kasay continua la sua ricerca della perfect season viaggiando a 14/14 sui calci piazzati, suscitando l'interesse solo del kicker in questione, di un pubblico di suoi parenti e del sottoscritto, Kyle Masini e i suoi Bears stanno diventando garanzia di spettacolo per tutti, anche se la scena su questi (ingrati) schermi gliela rubano i ragazzi degli special team di Minnesota, facendo salvo solo il solito Longwell: signore e signori, andate a vedervi le alzate d'ingegno di Chris Kluwe e Charles Gordon, perchè è materiale di qualità. Il primo, non pago di aver pasticciato lo snap per il punt (peraltro dopo un ritual pre-calcio degno del marito pignolo in “Viaggi di Nozze” di Verdone, quello che si concentrava alcuni minuti onde avere una adeguata erezione) e aver fatto cadere la palla a terra, la recupera, tenta di ricalciarla colpendo però Craig Steltz e generando una carambola a favore di Garrett Wolfe, che deposita quindi in touchdown. Il secondo, sul calcio di Maynard, contro l'incombente Zack Bowman anziché chiamare Fair Catch prova a bloccare il killer, peccato che la palla gli rimbalzi su una spalla e finisca in EZ, dove il CB rookie poi vola per assicurarsi sei punti che dalle parti di Minneapolis ancora gridano vendetta.

Grida vendetta anche l'ennesima L dei Bengals, sconfitti dagli Steelers 10-38 di cui 21 nell'ultimo quarto: Fitzpatrick (sette sack subiti), poveretto, a fine partita più che un quarterback sembra Kimberly Franklin in The Gangbang Girl#32.


Restando in tema di gente che lo prende in quel posto, salutiamo Mike Nolan fresco di licenziamento da parte di San Francisco: con il suo addio si spera finisca anche la fissazione con J.T. O'Sullivan, sul quale basta la parola: il ventinovenne californiano, che ha debuttato come starter in NFL dopo sei anni di vagabondaggio tra panchine e practice team, è al momento affermato leader della lega in grandiose statistiche come intercetti subiti, sack sofferti e fumble concessi oltre che in quella non ufficiale di imprecazioni riprese in diretta dopo qualche vaccata. La perla dell'incontro coi Giants ce la offre però in partnership con Josh Morgan: siamo sulle 20 dei 49ers, parte l'azione, J.T. perde palla dopo una manata birichina di Tuck ma cadendo a terra sta per recuperarla; peccato che il volenteroso Gore, accorso per tentare di ricoprire, inciampi con un piede sull'ovale e lo spedisca nella end zone; il rookie con il #82, pur di allontanarla dalle grinfie di Bryan Kehl, si prende una safety sparando il pallone fuori campo.

(Du punt is megl' che seven)

Se è vero che lo stato di forma di una squadra si vede anche da chi ti mandano contro, a Indianapolis e Denver conviene iniziare a preoccuparsi: Adam Vinatieri si è fatto stoppare un FG da Johnny Jolly (nome che solo supereroi, mascotte pubblicitarie & attori di Adult Entertainment possono permettersi senza rischiare la fucilazione sommaria) e i Broncos hanno subito il 40-7 dai redivivi Patriots con una corsa di tale BenJarvous Green-Ellis (sic!).


Qualcuno tra di voi si ricorda delle gag sui DVD di Brees da far vedere a JaMarcus Russell o sul proibire la visione di Smallville a Janikowski? Dalle parti di Oakland qualcuno deve aver fatto la spia, perchè il giovanotto dietro il centro ha fatto una bella partita e il polacco l'ha chiusa ai supplementari mettendola da 57 yds. Non mi resta che continuare a malignare su Tom Cable. Se il match è finito all'OT, la colpa è del coach alla prima vittoria (16-13) che si è allineato alla seconda moda dell'anno in NFL: il timeout chiamato sul FG avversario sbagliato/stoppato che alla seconda battuta viene invece messo trai pali; per referenze chiedere di Coach Fox e Coach Wisenhunt, telefonare ore pasti.


Prometto solennemente di non parlarne più, perchè pure a me esce dalle orecchie, ma la Wildcat genera mostri: cosa diamine ci fa Favre (0 touchdown, 2 intercetti) in quella posizione?

(Soluzione non capovolta: fa come i quarterback di college sfigati che si presentano ai provini NFL come ricevitori sperando di rinviare il momento in cui dovranno trovarsi un lavoro serio.)


P.S.: Non una parola sui Cowboys, vorrei solo dare un consiglio a tutti i bambini che ci leggono: non fate le bamboline voodoo con i QB di Tampa Bay; può succedere che un giorno vi tocchi Brad Johnson al posto di Romo e allora vi rimorderà la coscienza perchè tutte le maledizioni inviate ai tempi in cui giocava con quei cialtroni rossastri si materializzano proprio ora che indossa la casacca dei vostri sogni.





Per questa settimana è tutto, domenica ECT invierà in loco alcuni inviati speciali per seguire la partita di Wembley, tra Saints e Chargers...l' NFL, quella vera, sbarca in Europa, noi saremo là per raccontarvi l' emozione di una partita di football dal vivo, non che quelle di flag ai miting siano di livello inferiore....spettacolo puro, anche lì.

domenica 19 ottobre 2008

[Comunicazione ai lettori] Radio NFL

eSiete lettori di east coast time? Volete diventarne anche degli ascoltatori? Questa sera alle 22.15 seguendo il link qui sotto (aprite con winamp o media player, qualsiasi lettore più vi aggrada), potrete ascoltare la radiocronaca di Indianapolis Colts @ Green Bay Packers, fatta da me e da island....

RadioNFL.....fine delle trasmissioni, grazie a tutti, alla prossima!


Stay tuned

lunedì 13 ottobre 2008

[week 6] Football contaminato dalle cazzate

[Disclaimer: Proprio nella settimana in cui la stesura del recap tocca al sottoscritto, l'NFL confeziona una giornata di stranezze e stronzatone (cit.), trasformando detto recap in una versione ipertiroidea di "Football di serie Z(F)"; me ne scuso con tutti quelli che stavano aspettando un resoconto serio e competente come quelli del Direttor de' Direttori (per poi andarsene a commentare gli interventi di "Enrico da Vicenza", ovviamente)].

Dominica NFL est omnis divisa in partes tres
, avrebbe detto un certo Cesare di discreta popolarità anni addietro: conseguenza di tale ripartizione è che posso seguire un massimo di tre incontri al giorno in diretta; corollario dell'affermazione precedente è che, tolta la partita dei miei Cowboys, la scelta degli altri due match è affidata un po' all'estro della pagina dei link in stream...ehm, scusate, volevo dire "del momento".

Così domenica mi sono lasciato irretire da Atlanta-Chicago
e ne ho avuto ben donde. I Bears partono con in cabina di regia Kyle Orton (che più passa il tempo e più assomiglia a Marco Masini) e Devin Hester utilizzato un po' più da WR oltre che da ritornatore da circo; i Falcons hanno un Matt Ryan di cui tutto dicono un gran bene e il rinnovato entusiasmo da parte dei tifosi; nella prima metà i punti li mettono tutti i kicker, Jason Elam 9 e Gould 3, per la precisione. Partita noiosa? Nient'affatto: volano penalità a destra e a manca, il #2 di Atlanta dimostra di avere talento da vendere e dispensa passaggi per tutti i gusti, muovendosi con destrezza dentro e fuori dalla tasca; dall'altra parte il #18 pare essersi guadagnato il diritto ad essere titolare grazie a selezioni finalmente compiute con un minimo di criterio. Ulteriore movimento a questa frazione la aggiungono i challenge dei due coach; il numero uno è su un fumble di Turner, che i solerti commentatori della Fox ci informano essere il primo da parte di un runningback dei Falcons dai tempi degli antichi greci o giù di lì; scampato pericolo, almeno per questa volta: gli arbitri si ravvedono. Il secondo è materiale per la mia rubrica: Jerious Norwood fa una bella corsetta centrale e viene placcato da Corey Graham, che mette fine al record di cui sopra. La palla è raccolta subito dal compagno di squadra Tommie Harris, quand'è che un tamarro dietro l'angolo (cit.) nella persona di Jason Snelling, approfittando della generale convinzione che il gioco fosse già fermo, arriva e gli soffia la palla. Parapiglia generale, vola di sicuro qualche "Non vale !" e anche qualcosina di più spinto da parte dei Bears, compreso il fazzoletto rosso del challenge; stavolta le zebre sono irremovibili: sig. Smith, il recover del tamarro è regolare, sig. Harris, sì, lei è un povero coglione, sig.Urlacher, si dia una calmata e prenda 15 yds per condotta antisportiva. Nella ripresa, Matt Forte, il rookie RB di Chicago, si infiamma e inizia, alternandosi con i lanci di Orton, a far danni portando a -2 i suoi; risponde senza troppi indugi Ryan, che grazie anche ad un pass da 47 sposta il punteggio sul 19-10. Gould accorcia nuovamente le distanze a quattro minuti dalla fine, poi (02:50 al termine) Elam ha a disposizione un FG da 33, robetta per uno come lui: colpo di scena, la palla è larga sulla sinistra, "No Good". Orton gioca le Madden Card e divora 77 yards in due minuti e mezzo fino alla presa acrobatica in EZ di Rashied Davis con attaccato Chris Houston che cerca di togliergli le tonsille e controllargli al temperatura rettale. La panchina degli ospiti impazzisce, restano solo undici secondi alla fine ed Orton è chiaramente visibile mentre dirige un trenino intonando il tema di "Belo Horizonti". Calcetto squid recuperato da Harry Douglas, sei secondi a disposizione con palla sulle proprie 44. Finita qui, magari con un inglorioso sack? Macchè: siccome Ryan sta studiando da eroe, si connette sulle 30 di Chicago a Jenkins, spinto fuori campo con ancora un-secondo-uno a disposizione. Ora tocca ad Elam, alle prese con un field goal da 48 yards sotto tutta la pressione possibile e immaginabile: Jack, Jack, Jack. Lo sai che sono un professionista (cit.), palla dentro e Atlanta che porta a casa il risultato. Non male per una partita scelta a caso, eh ?

Un po' meno mi sono divertito in Arizona-Dallas: non perchè i Cowboys abbiano perso (24-30), ma perchè abbiamo Romo kaputt per un mese (Brad Johnson non lo sopporto, ogni volta che lo vedo penso "Tampa Bay") e fatto due sonore figure di cacca
sugli special team, ovvero il kick off iniziale ritornato in TD da Arrington per 93 yards e nell'overtime il punt bloccato da Morey a Mc Briar, trasformato in sei punti e fine della partita da Beisel: giocate che ti fanno venir voglia di lanciare qualcosa contro il monitor, ad esempio la testa di McBriar (che in compenso si è fratturato un piede e saluta la compagnia fino al 2009; è la prima volta nella storia che un supplementare viene deciso così, un vero spasso). In realtà nel mezzo tra questi due episodi è successo di tutto: si parte con un allegro fumble di Romo, al riguardo del quale Owens ci informa, con pacatezza (vedere foto), di credere che i colpevoli siano quei robusti signori della offensive line.


Nel primo quarto c'è spazio per un intercetto di Ken Hamlin mentre inizia a delinearsi la predilizione del #9 di Dallas per Marion Barber (chiude con ben 11 passaggi per 128 yds e un TD oltre a 17 corse per 45) e quella di entrambe le squadre per offside e falli vari sui punt; nel secondo l'inerzia del match si sposta a favore dei Cowboys: Crayton riceve un passaggino a metà campo e taglia in due la difesa di Arizona per 55 yds andando in touchdown; sul kickoff successivo Arizona perde palla e il rookie Tashard Choice ci restituisce il possesso, viene messo in piedi un FG da 37 ma Folk centra il palo sinistro. Nella ripresa Romo colpisce ancora mandando a segno Austin per il sorpasso, finchè non si sveglia Arizona: gli danno una mano idee geniali come quella del nostro K di calciare fuori campo, ma Kurt Warner è bravo a lanciare prima Fitzgerald e poi Breaston in end zone, mettendo sotto di sette gli ospiti. Mancano 3:17 alla
final gun e Neil Rackers aggiunge ulteriori tre punti, ma non è ancora finita: su un 2nd&15 il QB in jersey bianca esegue uno screen per Barber, che grazie a movenze da contorsionista e a solidi blocchi dei ricevitori si fuma 70 yds e riapre la discussione; a mandare il match all'OT ci pensa un FG da 52 di Folk in...due tempi: imitando Coach Fox, Whisenhunt pensa bene di chiamare un time out sul calcio; peccato che i propri giocatori fossero riusciti a bloccarlo e la scriteriata chiamata vanifichi il loro sforzo. Poichè in qualche modo bisogna pagarle certe furbate, al secondo tentativo il #6 centra il bersaglio senza interferenze. Detto dell'osceno finale, la ciliegina sulla torta è la sospensione a tempo indeterminato di Pacman Jones; brutti momenti, neh (cit.).

Brutti momenti anche in quel di New England; la trasferta contro i Chargers (vincenti per 30-10)ha offerto uno spettacolo imbarazzante per gli orfani di Tom Brady: Cassel è quasi sempre abbandonato dalla OL (statistiche sui sack subiti per dropback effettuati agghiaccianti), i runningback per la stessa ragione faticano a fare le pentole figuriamoci i coperchi (3° quarto, 4th&goal a una yard, punteggio 3-17: non si può costringere il QB a dover inventare)

(Nel cerchio rosso, l'inventore Matt Cassel e le sue trovate: pensare di correre sei yards in mezzo alla defense di SD in goal line)

e la difesa, seppure con l'attenuante che Rivers/Tomlinson in salute non li fermi tanto facilmente, ha subito 404 yards di cui 306 uscite dalla manina di
Filippo Fiumi, al quale va a prescindere tanto di cappello.

A Houston, i Texans raggiungono la prima W della stagione contro i Miami Wildc...cioè, Dolphins: Schaub è tornato, ma i primi due drive conclusi entrambi con intercetti subiti probabilmente riescono nell'impresa da Guinness di far rimpiangere (anche solo per pochi secondi) Rosenfels; dall'altra parte si può assistere invece a numeri del genere

2-8-MIA 47
(6:19) 10-C.Pennington pass deep middle to 38-P.Cobbs for 53 yards, TOUCHDOWN. (Direct snap to MIA #23, who handed to MIA #34, who handed to MIA #10, who threw the pass.) Sarà proprio Schaub (379 yds, tiè Sage) però a ridere per ultimo, per mezzo di una draw allo scadere su un 4&2 dalle 3 di Miami che fissa il risultato sul 29-28, con il contributo fondamentale di un Andre Johnson in stato di grazia (dimenticando il fumble...) e del punt return poderoso di Jacoby Jones (70 yds+TD); nei Dolphins, che tornano sotto il 50%, è la festa di Patrick Cobbs (138 yds per 3 ricezioni e due touchdown) ma nel suo piccolo pure di (udite, udite) Ricky Williams (sì, quello di fumo senza sosta, non mettetemi alla sbarra) che torna a segnare punti sul tabellone dopo una astinenza durata tre anni.

Tre partite vedono i kicker essere i soli marcatori della propria squadra (perdente): in New Orleans-Oakland (3-34), Tampa Bay-Carolina (27-3) e Indianapolis-Baltimore (31-3) sono Janikowski, Kasay e Stover a scongiurare lo shutout; da segnalare che invece il punter dei Panthers (ahah...) Baker in sei partite si è già fatto bloccare tre punt, di cui due trasformatisi in punti per gli avversari, che in quel di Indianapolis si sta rompendo anche il venditore di gelati (ultimo arrivo Joseph Addai, con Manning già prenotato per i ferri in offseason) e che Rich Gannon ha consigliato al proprio "erede" JaMarcus Russell di prendere lezioni da Drew Brees. Fossi in Tom Cable (sotto, prima di realizzare che quei disgraziati vestiti di nero sono il suo nuovo team) oltre a comprare i DVD dei Saints al pupo, smetterei di far vedere "Smallville" a Sebastian from Wałbrzych, per evitare spacconate puerili come tentare i FG dalle 59.

In Vikings-Lions è sempre Longwell a fare Cassazione, scrivendo il 12-10
finale, ma come non minzionare il povero Dan Orlovsky, starter di Detroit in QB? I suoi hanno appena forzato e recuperato un fumble ad una yard dalla goal line nientemeno che ad Adrian Peterson; due incompleti portano al 3&10: Orlovsky riceve lo snap, si allarga, vede incombere Jared Allen, si allarga ancora ed esce dalla EZ...ma dal retro, regalando una safety alla fine della fiera decisiva.

(Prima di entrare in azione, il sostituto di Kitna sniffa sali. Fate voi, eh.)

Si dovrebbero anche rammentare le decisioni un po' dubbie dei
ref e i "Childress vattene" scanditi per quattro quarti dal pubblico di Minnesota, però preferisco chiudere la parentesi sull'Hero of the Day aggiungendo che il buon Dan ha chiuso con 12/21, 150 yds, 1 TD e sei sack subiti più un fumble perso e ripreso. Restando in tema quelli che ancora non ne hanno vinta una, ai Bengals non bastano un Fitzpatrick volenteroso (rushing TD, passaggi per Forza Iran e Inutile Ciarlatano Ocho Cinco)

(Palmer, infortunato ed impegnatissimo a farsi crescere la barba onde evitare di essere confuso in panchina con il fratello Jordan.)

o una difesa che illude di poter tenere a freno i Jets intercettando due volte Favre, costringendolo al fumble con annesso TD per poi lasciar bollare Thomas Jones a suo piacimento; con OL e RBs non pervenuti sarà una luuuunga stagione...

Prima di chiudere col Monday Night, una breve carrellata sugli altri risultati. I Rams battono grazie a un 49 yds e ad altre tre segnature di Josh Brown (sotto, in un momento di autocelebrazione)



i Redskins per 19-17, nonostante Incognito e la sua lingua e nonostante Clinton Portis ci metta l'anima in forma di corse; lo scoglio della prima vittoria è superato. Il barattolo semovente Jones-Drew, Garrard e una spietata conversione takeaway/points assicurano la W di Jacksonville in casa Broncos con punteggio finale 24-17: Denver si lamenta degli arbitri e Del Rio fa il simpa della cumpa dicendo di avere una amnesia a tale proposito, piccoli Capello crescono. San Francisco scrive un nuovo capitolo dell'enciclopedia "Come passare da 26-17 a inizio terzo quarto a 26-40 come final score", tra gli estensori di punta Capitan Intercetto O'Sullivan e l'accoppiata McNabb/Akers (anche un FG bloccato&ritornato in TD, ma vabbè...). A Seattle si fa vedere in tribuna Gary Payton, peraltro invasatissimo ed agitante una specie di asciughino verde manco fosse il martello di Thor), tuttavia i Seahawks devono arrendersi (17-27) a Rodgers, che non sarà ancora Favre ma è certo un bel discendere (21/30, 208 yds, TD più altre 23 yds di corse con rushing TD); il vice-Hasselbeck va a corrente alternata e si spegne proprio quando la difesa di Green Bay alza il ritmo, c'è ancora da lavorarci su, mi sa.

Nella notte di lunedì (per noi di qua dall'Oceano, tra lunedì e martedì) Cleveland batte a sorpresa (35-14) i campioni in carica, vincendo il suo primo Monday Night dal 1993 e disputanto la prima partita senza un punt dal 1995 (giova ricordare però che dal 1996 al 1999 i Browns erano "spariti" dalla NFL). Nei Giants si rivede Plexico Burress dopo la sospensione inflittagli dalla propria squadra, nei Browns Derek Anderson è il sorvegliato speciale, in odore di panchinamento dopo una partenza sottotono. Phil Dawson apre le marcature con un field goal facile facile, poi nel secondo quarto un erculeo Brandon Jacobs spedisce avanti i suoi. Non passa neppure un minuto che il punteggio va aggiornato: Derek Anderson lancia in profondità per Edwards, che scherza Ross e non si ferma prima di aver percorso messo a referto 70 yds. Jamal Lewis (una buona prestazione per lui, 88 yds in 21 corse) deve correre solo quattro yards per il 10-7, che diventa 17-7 grazie al drive da manuale del QB (5/5) e alla ricezione finale di Dinkins. L'ultimo segno di vita di New York è il TD di Plexico del 17-14, esito di un drive condizionato dall'avventata irruenza di Adams nel sack su Manning, che dopo review arbitrale trasforma il realtivo fumble conquistato in primo down per gli avversari. Da qui in poi ci sono solo i Browns, che iniziano il secondo tempo intercettando Eli e cavandone fuori tre punti (ancora un rigore per Dawson), poi partoriscono un drive da oltre otto minuti che si conclude con il touchdown di Edwards; Le residue speranze dei Giants svaniscono quando arriva il terzo intercetto, ritornato per 96 yards (massì...) fino all'end zone opposta con tanto di annessa coreografia (sotto)


Cleveland ormai vuole strafare e ci mette sopra anche una conversione da due, rendendo la fine della striscia vincente dei Giants ancora più sonora e la fine di questo (osceno) recap più piacevole per l'autore.










mercoledì 8 ottobre 2008

The good old hockey game!

Al contrario dei tifosi Nfl che si lamentano un giorno si e l’altro pure a causa dell’offseason, che dura in eterno se non si è tifosi dei Denver Broncos, io mi lamento invece del fatto che la stagione Nhl sia già partita, tanto che non ho fatto nemmeno in tempo a pubblicare questo pezzo che le quattro gare di regular season previste in Europa, tra Stoccolma e Praga, sono già state giocate.

Fortunatamente, prima del ritorno sul ghiaccio fissato per il 9 ottobre, c’è la sosta, possiamo recuperare l’infortunato Legrottaglie in difesa e Nedved sull’esterno, mentre Del Piero può rifiatare…ah no, questa è un’altra storia e ve la racconterò la prossima volta.

Due doppie sfide in Europa, dicevo. Chi sosteneva come il sottoscritto che le quattro squadre coinvolte si sarebbero spartite la posta come già successo lo scorso anno tra Kings e Ducks in quel di Londra, ha dovuto parzialmente ricredersi visto che se da una parte Ottawa e Pittsburgh hanno vinto una partita a testa, dall’altra i NY Rangers hanno chiuso con un clamoroso sweep la doppia sfida con i Tampa Bay Lightning. Clamoroso per chi ingenuamente pensava che i Lightning si fossero trasformati da subito in una contender dopo il pazzo mercato estivo, in cui i nuovi proprietari hanno acquistato qualsiasi cosa fosse presente sul mercato, inclusi pomodori mozzarelle zucchine uova Farina (per cui hanno dovuto superare la concorrenza di Luciano Moggi) e via discorrendo.

Tampa ha cambiato anche allenatore, affidando la guida della squadra all’ex analista espn Barry Melrose, che i più ricordano per una finale raggiunta coi Kings nel ’93 e per tanta troppa brillantina usata durante le trasmissioni televisive (foto a lato mentre fa l'occhiolino al cameraman).

Per vedere Tampa ad un discreto livello credo ci sia da aspettare che la squadra, i cui attuali limiti sono stati evidenziati anche da una serie di amichevoli pre-stagionali con modeste compagini europee vinte per il rotto della cuffia, trovi la giusta chimica e va forse visto in questo senso l’interessamento della nuova dirigenza per Mickey Rourke...

Dalla loro i Lightning devono ritenersi molto fortunati per il fatto di militare nella peggiore delle division, la SouthEast, in cui per stabilire chi si porterà a casa il titolo divisionale tra Tampa Bay, Atlanta, Florida, Washington e Carolina probabilmente bisognerà tirare una monetina.

Il resto dell’Est vede invece un quartetto di squadre che la faranno da padrone, con i Montreal Canadiens in testa nel tanto decantato anno del centenario, che sfortunatamente si presta a considerazioni retoriche e banali, quando invece centenario o meno i Canadiens possono davvero andare fino in fondo. Non da sottovalutare ovviamente Pittsburgh, che ha cambiato molto e a causa degli infortuni sarà priva di due pedine fondamentali in difesa per un bel po’ di tempo, ma dispone pur sempre di due dei tre migliori giocatori dell’intera Nhl, Malkin e Crosby. Philadelphia e, appunto, New York, molto ben attrezzate con i Flyers finalisti di Conference lo scorso anno, sono pronte ad approfittare subito dietro.

Siccome non sono un articolista della Gazzetta e le mie osservazioni sono di parte, auguro sportivamente parlando le peggiori sfortune ai Detroit Red Wings che al momento in cui scrivo presentano ai ranghi di partenza una squadra illegale che rischia di rendere molto ma molto noioso il campionato appena cominciato.

Detroit, forte della vittoria finale della scorsa stagione nonostante la presenza del peggior goalie ad aver vinto due Stanley Cup, si è ulteriormente rinforzata con l’acquisto del free agent più gettonato del mercato, quel Marian Hossa che ha dato un gran contributo per l’approdo dei Penguins in finale e che ha deciso di non rimanere in Pennsylvania cavalcando l’onda di una free agency che ha permesso di portare a casa contratti esorbitanti anche a giocatori modesti.

Senza invocare in questa sede spiacevoli infortuni, affinché il mio proposito si realizzi mi trovo costretto a fare affidamento su un possibile calo di motivazioni di un gruppo che ha già vinto tutto (immortalato nella foto) e sul desiderio di rivalsa delle altre squadre presenti ad Ovest, molto più competitive rispetto a quelle dell’altra costa.

A completare il quadro ci sono numerose squadre su cui regna una totale incertezza, con gli esperti di tutto il web che si dividono tra chi indica un team come vincitrice della propria divsion e chi relega il medesimo agli ultimi posti nel ranking. Squadre come Calgary e Minnesota sembrano aver perso qualche pezzo di troppo, mentre la sorpresa potrebbe e dovrebbe essere Chicago, che con tutti gli effettivi a disposizione e una difesa rafforzata dall’acquisto di Huet punta in alto. Phoenix è indicata come la mina vagante con il rookie Turris e l’acquisto di Jokinen in attacco, ma con qualche lacuna di troppo dietro.

Tutto bene, se non fosse che pochi sono in disaccordo su chi possa poi realmente sollevare la Coppa.

Come dice il caporedattore, chi fa i pronostici poi non può far finta di niente, ma voglio ugualmente correre questo rischio, sicuro di superare il suo misero 3 su 8 nei pronostici Mlb.

ECT picks:

Eastern Conference:

Montreal
Pittsburgh
Washington
Philadelphia
NY Rangers
Boston
New Jersey
Tampa Bay

Outsider: Florida


Western Conference:

Detroit
Vancouver
San Jose
Anaheim
Chicago
Dallas
Edmonton
Columbus

outsider: Minnesota

Infine, un ringraziamento a tutti. Abbiamo superato quota 100 pubblicazioni senza nemmeno celebrare. Cento Cento Cento.

martedì 7 ottobre 2008

[week 5] Se ne son viste tante di rimonte

Se ne son viste tante di rimonte, ma quella che ha visto protagonista Rosenfels (sotto una sua foto "intelligente") ha veramente dell' incredibile: il QB backup dei Texans, titolare per un giorno, sino a 5 minuti dalla fine aveva guidato una partita pressochè perfetta, supportato dal suo running game e dalla running non-defense dei Colts. Si era 27-10 e l' attacco dei Colts tanto esplosivo sulla carta quanto abulico sul campo non lasciava molte speranze di recupero: il TD del 27-17 a 4.14 dalla fine era arrivato a coronamento di un drive perfetto, ma in un certo senso anche concesso dalle secondarie di Houston, più attente a prevenire il big play che a difendere sui passaggi sul corto atti a muovere si la catena ma anche a mangiare parecchi secondi. Concesso quello, alla squadra texana non restava che continuare a fare quello che avevano fatto per tutta la partita, correre nel mezzo e mangiare il tempo, un paio di primi down..potevano anche bastare per difendere 10 punti di vantaggio, 0 rischi. È qui che iniziano i 5 minuti di Rosenfels: le prime due corse del drive non portano guadagni (è qui, nel particolare, i meriti della difesa dei Colts, vanno comunque sottolineati), sul terzo e otto i Texans fanno giocare una bootleg al loro QB, se fosse previsto il lancio non ci è dato saperlo, fatto sta che Rosenfels inizia a correre, si capisce sin da subito dalla posizione dei LB che nemmeno superman sarebbe riuscito a chiudere quel primo down, ma lui incurante del pericolo, i panni da superman prova a vestirli, spicca il volo...viene colpito in aria...atterra....corto di una yard dalla linea gialla virtuale della gloria.....senza palla, che nel frattempo è stata recuperata da Gary Brackett e riportata in metà per una settantina di yards, 24-27, 3.36 da giocare. Palla ancora a Houston, sempre un paio di primi down da conquistare, però con meno tranquillità, perchè consegnare la palla a Manning anche sulle 20 yards avversarie, anche con solo un paio di minuti scarsi da giocare, potrebbe non bastare: a questo punto va in scena Sage Rosenfels atto secondo, Sage...che di saggio sembra avere proprio poco, dismessi i vestiti da superman, ritorna in campo, un altro terzo e lungo da giocare, altro scramble sulla sua sinistra, sempre complicati quando non sei mancino, stavolta si pianta prima di spiccare il volo, stavolta si prepara a lanciare, stavolta lo rimontano da dietro....Robert Mathis gli fa cadere la palla, Robert Mathis la recupera e la consegna all' attacco dei Colts, siamo a 20 yards dalla meta con 2.36 da giocare: Addai e Wayne (con una ricezione spettacolare) in 2 giochi fanno il resto: 27-24. Per i Texans è irreale pensare che dopo questi 2 minuti il tuo QB possa vincerti la partita ed infatti un intercetto nel mezzo del campo chiude la contesa. Indianapolis se ne esce con una vittoria che per 55 minuti non ha meritato e che Houston gli ha regalato, ma dal loro punto di vista essere 2-2 invece che 1-3 fa tutta la differenza del mondo, certo resta il fatto che c' è parecchio da lavorare: dopo l' infortunio di Brady, i favoriti per il titolo erano sicuramente loro, ma la squadra che stiamo vedendo queste settimane è la lontana parente di quella dell' anno scorso, quasi che la sconfitta nel divisional contro i Chargers abbia lasciato più di una scoria negli ingranaggi pressochè perfetti dell' attacco guidato da Peyton. Gli anni passano per tutti (Harrison), gli infortuni (Bob Sanders) specie in una difesa già labile di suo fanno il resto, la linea ha perso più di un passo, tutto vero, però la sensazione che si è avuta è quella di una squadra scollata, il body language di tutti i giocatori sino ai disastri di Rosenfels era quello di una squadra sfiduciata, passiva, inerme...quasi svogliata e questo è molto strano, solo capendo le cause di questo atteggiamento potrà salvare la stagione dei Colts, che per il momento sono 2-2 e non 1-3, niente non è.

Come per Indianapolis, anche per i Giants sembra che gli 8 mesi che dividono i playoff 2007 con la regular season 2008 siano passati come se fossero un paio di settimane. Li avevamo lasciati perfetti a Gennaio, li ritroviamo perfetti ad Ottobre: probabilmente sulla carta non sono la squadra più forte, come non lo erano un anno fa, ma sul campo, che è quello che conta, lo sono, decisamente. Si sbarazzano con totale indifferenza dei Seahawks (ormai lontani parenti dei dominatori della NFC West), 44-6 è un punteggio che parla da solo, la sicurezza acquistata da Eli dopo il Super Bowl vinto è sotto gli occhi di tutti, non risentono nemmeno della squalifica (interna) commissionata alla loro punta di diamante Plaxico, Brandon Jacobs macina yards e avversari (solo Pluto sembra non averne paura), Cleveland e San Francisco non sembrano dover essere degli ostacoli insormontabili nelle prossime due settimane e più fiducia si dà ai Giganti di New York più sarà veramente difficile batterli. Viste le sconfitte e le prestazioni poco convincenti dei Chargers, Colts, Cowboys, Saints...alla week 5, dopo settimane interlocutorie con upsets e infortuni vari, sembrano poter essere veramente loro i favoriti al titolo.

L' emblema di questa pazza NFL sono i Tennessee Titans, i valori sulla carta sono stati anche qui stravolti: prima che arrivasse Settembre si diceva che i Colts avrebbero dominato ancora la AFC South, i Jacksonville avrebbero potuto impensierire il loro trono e verosimilmente conquistare una delle due Wild Card, ma con un occhio d' attenzione ai Texans, squadra dalle grandi potenzialità che prima o poi sarebbero esplose, ed i Titans? Beh i Titans, mai spettacolari, sembravano non essere presi molto in considerazione, sicuramente un passo indietro alle prime due, se la giocavano con Houston e probabilmente questo non sarebbe bastato per conquistare l' approdo ai playoff. Questa era la carta, questo è invece il campo: Titans 5-0, Colts 2-2, Jaguars 2-3, Texans 0-4. La difesa è pazzesca, anche quando litigano tra loro, l' attacco è onesto, sono un paio di settimane che ripetiamo sempre le stesse cose, quindi non stiamo a ripeterci, in attesa di test più probanti per l' eventuale consacrazione definitiva a reali contender.

Chi è uscito invece decisamente ridimensionato da questa week è Buffalo. Su questi schermi avevamo messo all' erta i nostri lettori, che la partita in Arizona avrebbe nascosto più di una insidia per la difesa sinora più che brillante dei Bills e così è stato: 41 punti subiti, sono stati davvero troppi per essere rimontati questa volta, il merito va dato principalmente ai Cardinals, il loro attacco quando in giornata è inarrestabile, l' assenza di Boldin è stata ottimamente sopperita da Breaston, il che ci fa pensare ormai non sia soltanto una questione di uomini (anche Bryant Johnson l' anno scorso da terzo ricevitore in questo contesto era sembrato un ricevitore forse più forte di quello che è), Edgerrin James, dopo aver fatto proclami in estate che non si sentiva vecchio, sta confermando le affermazioni sul campo, con prestazioni che, benchè non siano sempre surrogate da statistiche eccelse, danno quella solidità all' attacco via terra in modo da aprire poi sulle frecce via aerea, e la settimana prossima sarà la volta delle secondarie dei Cowboys a venire aperte in due da Warner e compagni in una partita che si prevede ad altissimo punteggio, perchè i defensive back della squadra di Phoenix sono forse ancora peggio di quelli con la stella sulla testa. La settimana scorsa i 6 TD passes di Favre non erano passati inosservati, questa settimana, complice anche l' infortunio di Trent Edwards (a proposito, lo sfortuna continua a non lasciare in pace i Bills, nemmeno quest' anno) la difesa sui lanci dei Cardinals ha tenuto abbastanza bene, se si toglie il passaggio da mille yards per Evans da parte di J.P. Losman.

Guardando la parte bassa della classifica le sorprese in positivo arrivano da Miami ed Atlanta: i primi ad inizio Ottobre hanno già fatto meglio dell' anno scorso, con 2 vittorie, peraltro contro Patriots e Chargers; ai secondi invece sembra esser bastato rimettere un top RB nel motore del loro attacco per far sparire tante magagne e per lo meno sembrano definitivamente essersi liberati del fantasma di Michael Vick. La squadra della Florida sta mettendo molta fantasia nel suo attacco, Chad Pennington sta giocando discretamente e il direct snap a Ronnie Brown sta mietendo vittime illustri. Attenti però a non abusarne troppo, l' NFL non è l' NCAA, in breve questa arma potrebbe perdere l' aspetto sorpresa. Quello che invece inizia a sorprendere meno è la capacità di Tony Sparano di preparare le partite, l' ex assistant coach dei Cowbowy, come Sean Payton 2 anni or sono, al suo primo impiego come HC sta facendo vedere ottime cose, ha dato sin da subito una registrata ad una squadra disastrosa e ultimamente sta iniziando ad inserire nell' attacco anche Ted Ginn, che dopo un primo anno passato ai margini, inizia ad essere più coinvolto.

Se sulla carta era improbabile la vittoria dei Parcells' boys in casa contro San Diego, ancora meno erano le probabilità di vedere uscire dal Lambeau Field i Falcons con la W in più in classifica: questa volta Grant ha corso più che discretamente, Rodgers ha lanciato (313 yards per lui, con 3 TD), la linea, reparto che sinora ha mostrato le maggiori lacune in attacco, ha concesso due sack e più di una volta il QB è stato costretto o a scappare o ad affrettare il lancio: ben 6 i colpi che gli sono arrivati appena dopo aver lanciato, soprattutto John Abraham si è materealizzato dalle sue parti e sta tornando sui livelli mostruosi che aveva fatto intravvedere ad inizio carriera 7 sacks in 5 partite e contro i Packers poteva raccoglierne anche un paio in più, dominante. Insomma, tornando alle teste di formaggio, l' attacco ha fatto il suo, pur confermando le mancanze evidenziatesi nelle passate settimane, la difesa invece non è riuscita a fermare l' offense dei Falcons ed è questo che fa molto strano, Turner non sta facendo sconti a nessuno (o quasi...), Roddy White si sta confermando dopo l' esplosione della passata stagione e ben 132 yards delle 196 lanciate da Ryan sono finite nelle sue mani, via Vick, via DeAngelo Hall, via le “mele marcie”, Falcons con 3 vinte e 2 perse in una division che doveva essere dominata dai Saints e che doveva essere di livello basso e invece i Saints continuano a pasticciare che nemmeno Ciccio Pasticcio (nella foto quando era ancora giovane) e le altre tre sono tutte con record positivi e con squadre molto più equilibrate. Anche stanotte al Superdome è andata in scena la sagra degli errori, Field Goal bloccato e riportato in meta, 2 intercetti di cui uno con Moore che si palleggia la palla tra le mani prima di consegnarla ad un difensore, 5 fumble, 3 lost, 2 di Bush, che forse farebbe meglio a tenere il football piuttosto che fare TD poi su punt return (2 per lui, anche quelli), a condire il tutto 11 penalità per 102 yards: una partita completamente buttata alle ortiche, che i Vikings hanno gentilmente raccolto con 100 yard in meno conquistate sul campo, con un TD pass segnato da Cester Taylor, con un altro derivante da ritorno da FG bloccato, con un kicker perfetto e con un Antoine Winfield indemoniato, presente in ogni parte del campo.


Prima di lasciare la parola a Zabry, che da oggi terrà una rubrica in coda al pezzo della settimana, sulle stranezze della NFL, vorremmo dare il giusto risalto al gioco da non perdere di questa settimana, Marty Booker non è Reggie Wayne, ma nel pazzo mondo della NFL può capitare che faccia cose ancora più egregie, vedere per credere. (se il link non funziona, partite da qui, poi teams, poi Chicago Bears, poi can't miss play...)


FOOTBALL DI SERIE Z(F)

Impossibile parlare di Week 5 come si deve senza iniziare con l'eroe del giorno Sage Rosenfels. Starter per il match con i Colts causa infortunio di Schaub (infortunio sulla cui reale entità i commentatori della CBS hanno espresso più di una riserva), sta portando i Texans verso la prima vittoria stagionale, quando, a 3:54 dalla fine della partita si lancia in una bootleg con un piglio che nemmeno Micheal Vick (quando ancora non scommetteva sui combattimenti tra cani, s'intende); sette yards da leoni poi arriva il fumble da coglioni: anziché slidare di fronte all'incombente tackle di Marlin Jackson, come qualsiasi individuo sano di mente farebbe, il QB da Iowa State pensa bene di provare a saltare il cornerback, che gli rifila un colpettino sufficiente a farlo volare in aria, dove entra in collisione con Raheem Brock e si cappotta in maniera circense lasciando cadere la palla, raccolta e quindi riportata in touchdown da Gary Brackett, linebacker la cui ultima segnatura peraltro risaliva al 2003 (...).

(Nella foto, Matt Schaub subito dopo la stronzatona del proprio sostituto sta trasmettendo il seguente messaggio al coaching staff di Houston: “Fatemi capire, ma io resto in panchina per far giocare quello lì?”)

2:50 da giocare, vantaggio di tre per i texani, 3&9 sulle proprie 20 yds: Rosenfels si allarga a sinistra, abbozza un pump fake e poi...e poi arriva un maligno schiaffetto di Robert Mathis sulla manina, la palla scivola e il defensive end è lesto a ricoprire. I Manning Boys filiale di Indianapolis nel frattempo passano in vantaggio ma il Nostro fa in tempo a mettere la ciliegina sulla torta con un bell'intercetto per Bullitt; per fortuna dei Texans dopo c'è spazio solo per le genuflessioni di Peyton: non abbiamo rimasto altro, come avrebbe detto un noto Arrigo.


Passando alla sezione “Moda NFL autunno-inverno”, abbiamo due nuove tendenze, il direct snap per il runner e il TD con passaggio/corsa da una yard: la prima, in voga soprattutto a livello NCAA dopo essere diventata il marchio di fabbrica di Miami, ha contagiato anche Belichick, che proprio dai Dolphins era stato massacrato grazie alla combinazione direct snap-Wildcat formation; quanto ci sarà da aspettare prima che il resto della lega si faccia contagiare? La seconda, probabilmente una semplice casualità, ha visto ben nove segnature (Matt Forte, Jason Peelle, Joseph Addai, Edgerrin James; Steve Slaton doppietta, Heath Miller su passaggio e infine Maurice “il mio cognome è più lungo di me” Drew-Jones) della domenica realizzate da 0,914 metri dalla end zone.

Tutte notizie di cui non potevate fare a meno, vero?


P.S. Come tutti i miei lettori sanno, non esiste pezzo di ZF senza di spazio per i calciatori: menzione d'onore per Matt Prater (che avevo un po' canzonato per la padella della settimana scorsa) ed il suo 3/3 (uno da 55 yds, con questo fanno quattro su quattro da oltre le 50 in stagione) decisivo in quel di Tampa, e per Mike Scifres, P degli sconfortanti Chargers, che ha piazzato punt su distanze da Cape Canaveral (sei per una media di 55.8 con il migliore da scusate se è poco 67 yards). La minzione d'onore se la becca invece per la seconda volta (consecutiva) Gramatica: dopo averne toppati due su tre con il secondo missed cruciale contro Denver, nel Monday Night si passa a un 2/4 dove i due errori sono stati rispettivamente un blocked FG ritornato in touchdown e il calcio della vittoria (a quello ci ha pensato, ma per i Vikings, esplosione muscolare Longwell); che dire, coraggio Martin, al Boca o al River un battitore di punizioni è sempre il benvenuto.


Ci scusiamo per il doppione su Rosenfels, ma una stronzatona (cit.) del genere meritava il doppio "elogio".