sabato 26 aprile 2008

Profili squadre NBA: quarta puntata

Here we go again!

New Jersey
Volevano costruire una squadra buona in tutti i ruoli ma gli è andata di sfiga, Krstic si è rotto e continua ad esserlo e con lui manca la varietà nel gioco, Magloire invece è finito prima di incominciare.
Non credo tanto all'etichetta di giocatore perdente, su Carter faccio volentieri un'eccezione. Per me cederlo sarebbe stata l'idea migliore, piuttosto che rinnovargli il contratto a quelle cifre, anche se poi tocca vedere cosa ti danno in cambio...L'hanno avuto praticamente per niente ed è stato un affare, però lo paghi parecchio e sposta pochino invero...
Jefferson completa il reparto esterni. Anche lui non è un giocatore così tanto determinante, se è vero che i Nets sono sempre intorno al 45%. Lo stesso dicasi per il coach, che sta sostanzialmente fallendo nel ruolo di allenatore principale. Credo che non tarderà molto il momento in cui tornerà a fare l'assistente. I capi hanno un fuoco diverso dentro...
La panchina è discreta ma niente di che...Adesso hanno ceduto Kidd e hanno una squadra atletica ma poco intelligente, difficile da mettere in moto emotivamente e da amalgamare tecnicamente. Futuro oscuro in tutti i sensi.

Toronto
La chimica. In un buon piatto la ricetta deve avere gli ingredienti che stiano bene tra loro e nelle proporzioni giuste. Se poi gli ingredienti sono di alta qualità viene fuori un piatto eccellente. A Toronto la ricetta l'hanno azzeccata, ma la qualità non è eccelsa. Quanti margini di miglioramento ha questa squadra? Forse pochini...Ci vorrebbe un colpo gobbo sul mercato per portare qualcuno di veramente forte negli ultimi metri.
L'allenatore non è molto simpatico, ma pensare che si possa fare molto meglio con questo materiale umano è un pò difficile. Toronto ha un gioco ben definito, ruoli ben assegnati e tutte le potenzialità mi sembrano esplorate sufficientemente bene. Si è detto che lo spogliatoio è diviso in due tra l'ala FIBA e quella americana: in campo tutto ciò non sembra granché vero, pare invece che il gioco di squadra funzioni come deve e che ci sia rispetto reciproco.
Semmai un punto su cui si potrebbe migliorare e la gestione del Mago. Oggi come oggi è un giocatore che ha davanti un ruolo da specialista perimetrale di lusso, con alcuni aspetti del gioco raffinati in maniera meravigliosa, ed altri sconcertanti. Tira da dio, finta benissimo, palleggio arresto e tiro da capogiro. Ma in difesa, anche se è migliorato nell'uno contro uno, in aiuto è nullo, a rimbalzo non ci va e, una manciata di volte a partita, spegne completamente l'intensità, in una maniera che gli merita gli sguardi stupiti dei compagni. Certo migliorare dipende da lui, ma una prima scelta assoluta italiana secondo me ha bisogno di un maggiore accompagnamento emotivo da parte dello staff.
Si vedrà.

Los Angeles Lakers
I miei candidati preferiti alla vittoria ad ovest.
Come?? Ad est si paventa la possibilità che tornino i Celtics in finale??? Posso immaginare che cosa ribolla nella mente di Kobe...Non posso invece pensare che lui si faccia sfuggire la possibilità di passare alla storia come quello che ha sfidato e battuto i Celtics dei nuovi Big Three. Magari loro non ci arrivano neanche, ma lui nel dubbio secondo me ci sarà. Questa motivazione applicata al suo talento è in grado di far fuori qualunque cosa.
Non amo i giocatori egoisti, ma lui è qualcosa di più che egoista. Lui vince. Cos'altro conta allora? Gli altri devono essere al suo servizio. E se sei un giocatore veramente di alto livello, lo capisci e per quanto tu sia forte accetti la sua leadership, lo metti in condizione di esprimersi al meglio (non che ci voglia molto) e lui farà lo stesso con te. Lui non è il primo a farlo, lo fa solo dopo con te che ne riconosci il ruolo di capo indiscusso, cosa che gli ha creato dei problemi per un paio di anni, però lo fa. Quindi in ultima analisi non si tratta di puro egoismo, ma di egocentrismo, passatemi la sottigliezza.
Adesso gli hanno regalato Gasol. Dal punto di vista tecnico è fatta. Se al posto di Vujacic avessero una guardia forte in difesa e forse anche un buon difensore in post al posto di Mihm sarebbero perfetti. Il regalo di Wallace ai Lakers ha determinato uno slittamento di ruoli all'interno della squadra che ha messo tutti al loro posto, nella condizione di poter rendere al meglio, soprattutto in attacco. Gasol è fatto dal sarto per questo sistema, più di qualsiasi altro lungo che Winter abbia mai avuto, eppoi siamo così sicuri che lo spagnolo sia soft? Non dipende invece dal ruolo di trascinatore che gli veniva richiesto di ricoprire e che non è nelle sue corde? A mio parere è questa la verità, ma lo vedremo nei playoff.
Non mi allargo più di tanto perché non li ho ancora visti giocare dopo la trade, ma posso immaginare...stesso discorso da farsi per Odom, anche lui slitta gerarchicamente in attacco, ma credo che ne sia felice. E' adesso in una situazione splendida per poter fare una marea di cose di contorno, mettendoci tutta la sua multiforme classe, sia in attacco sia in difesa, dov'è molto sottovalutato (questo può difendere su chiunque, ragazzi, in uno contro uno ed in aiuto).
Una carenza potrebbe essere nella cattiveria, nel killer istinct: Odom, Gasol, Walton, Vujacic, un Fisher a fine carriera...gli elementi sospetti da questo punto di vista sono tanti. Poi vedo Phil Jackson e penso: beh, se c'è qualcuno in grado di pungolarli per bene è lui, purché ne abbia ancora voglia...In attacco può farli giocare a qualsiasi ritmo e fargliene segnare comunque tantissimi. In difesa deve tirare fuori il meglio dal suo eccezionale repertorio, per le sorti dei Lakers credo che dipenda molto da lui a questo punto.

Indiana
Problemi di chimica, di infortuni, di personalità e alla fin fine di qualità complessiva hanno tenuto i Pacers fuori dai playoff. Quest'anno l'est è veramente aperto in due, devono essere veramente scarsi per non andare avanti...Mi pare che questa sia una delle squadre più difficili da rifondare: diversi contratti pesanti, poco appeal sul mercato, scelta bassa al draft. In più Walsh se ne va, se Granger e Diogu sono gli elementi su cui costruire, allora si va poco lontano.
Urge una scossa: Larry, quando ti liberi di Tinsley? per me è scarso...cosa sa fare? è piccolo, non difende, tira malvolentieri già dai sei metri, è furbo solo nell'uno contro uno...Certo è creativo, penetra, ma già adesso probabilmente non ha grande valore se inserito in uno scambio. Se ci penso, non credo che nessuna squadra si vedrebbe migliorata da un suo arrivo e, probabile corollario, questa squadra migliorerebbe con un buon play alla Hinrich per esempio.
Ottimo difensore, tiratore sfiduciato ma non scarso, darebbe un'energia che ad Indianapolis manca un pò in guardia. In più è un viso pallido, e questo agli indiani piace più di quanto si pensi...(contiene battuta deficiente)
In generale in questa squadra vedo il difetto che è un pò di Memphis: squadra che potrebbe essere di buon livello, ma manca il testosterone che era di Artest, e che ai suoi tempi tracimava su avversari e spalti...
Puntare su O'neal ora è un dovere, visto che da rotto non lo cedi bene. Granger non ne prenderà il posto, perché di leadership mi pare ne abbia ancora meno di Jermaine.

Atlanta
Squadra con problemi societari di vario livello: proprietà in conflitto giudiziario, management ben poco ispirato (Wilkins presidente cosa potrà mai dare?), allenatore con poche carte da giocare che recita il ruolo, ma senza troppa convinzione.
Poi la squadra. Partiamo dall'acquisizione di Bibby. Purtroppo per loro mi sa che han preso un bidone. Nelle prime due partite di playoff sta giocando in maniera scadente, surclassato da Rondo, un secondo anno che pur avendo un cuore che fa provincia ha dei limiti belli grossi. Se lo patisce e basta, o ha problemi fisici o è finito.
Joe Johnson a me piace un casino. E' un giocatore di sostanza, per niente spettacolare, non troppo accentratore, vede i compagni dal primo all'ultimo e, dulcis in fundo, la mette. Smith: ha bisogno di un coach che gli spieghi come deve giocare, perchè anche se si preoccupa di ampliare il suo gioco non ha capito come deve farlo. Non c'è una maniera uguale per tutti, tipo "costruisciti un tiro da fuori che così vai dentro più facilmente in uno contro uno". Non credo che sia il suo caso. Più che costruirsi a tutti i costi un tiro da fuori (che male non fa), dovrebbe a mio parere diventare più creativo. Se dovesse cercare di imparare da qualcuno, gli direi di guardare Anthony oppure Odom, non Pierce...Gli auguro pure di non trovare un contrattone sproporzionato che lo intrappoli per i prossimi anni.
Horford: questo mi piace. E' un pò piccolo, ma è di quelli che emerge comunque, usando sapientemente un corpo tutt'altro che avaro di doti. Il bagaglio di abilità è già ricco a sufficienza, insomma uno su cui contare da subito. Se avesse di fianco un Raheed Wallace (hai detto niente) sarebbe perfettamente a suo agio...
Più difficile capire invece dove possa arrivare Marvin Williams, per me rimane un giocatore ancora misterioso. Mi pare di poter dire che la sua presenza sia troppo spesso impalpabile, numeri non disprezzabili a parte.
Infine Childress e Law dalla panchina: talento ne hanno e un posto nella NBA per diversi anni pure. Certo però che neanche loro hanno contribuito a dare una chiara impronta a questa squadra. Se arrivasse Larry Brown, come si è detto a più riprese, avrebbe le mai piene ma quello spazio di manovra che lo fa felice. Non potrebbe capitare loro una fortuna più grande!

sabato 19 aprile 2008

Minore sarai tu! (#1)

Comincia il nostro viaggio tra gli sport minori, ossia quegli sport che piacciono un sacco in decine di posti al mondo ma, visto che in Italia non se li fila nessuno, allora sono sport minori. In realtà sembra siano sempre tutti meglio del calcio, quantomeno per organizzazione ed onestà intellettuale (termine che in tempo di elezioni fa molto fico).

Puntata 1: parliamo oggi di Nhl, l'hockey su ghiaccio nella sua dimensione più forte e importante del mondo.

Quello che vedete in questa prima foto (a sinistra) è un puck, ossia quello che molti di noi chiamano il “disco” o, peggio ancora, “dischetto” da hockey su ghiaccio. Metto una foto perché so che molti di voi, compresi i più appassionati, non ne hanno mai visto uno così da vicino... nemmeno chi segue in TV tutte le partite della Nhl dalla prima all'ultima gara per l'assegnazione della Stanley Cup. Ci sarebbero molti esperti a disposizione di questo blog per parlare di hockey, ma troviamo giusto, per venire incontro alle vostre limitate capacità mentali, che a farlo sia un uomo qualunque, uno che non ne sa una mazza e deve parlare, spiegare a quelli come lui che non hanno ancora raddoppiato il "sapiens" nella loro evoluzione umana. All'italiana, insomma. Ricordate quando a fine primo tempo di Italia-Messico ai mondiali di calcio nippo-coreani, la Rai si collegò con Roma e chiese a un tizio che gestiva un chioschetto, sempre pronto a friggere patatine nello strutto puro, che mosse avrebbe dovuto fare Trapattoni per vincere la partita? Ecco, se parla il tizio del chioschetto, un caciottaro qualunque che fatica pure ad esprimersi, è evidente che posso farlo anche io, tanto più oggi che internet è diffusissima e che chiunque può sparare minchiate. C'è chi sembra pagato per farlo, nella sezione calcistica di un noto forum italiano, noi lo facciamo per voi. Gratis.

Ci scrive di nuovo Francesco da Torino, nostro appassionato lettore: “sono andato alle Olimpiadi invernali di Torino a vedere un po' di partite di hockey, ma non ci ho capito molto anche se devo dire che il dischetto si vede meglio dal vivo che in televisione. Da buon appassionato ed esperto di ogni sport, ma anche di qualsiasi altra discussione che non siano le donne, oggi passo la vita a difendere Luciano Moggi dai continui attacchi di Pyongyang, quindi non ho molto tempo per seguire il resto.. .vorrei perciò qualche delucidazione sull'hockey su ghiaccio, perché di quanto ho seguito a Torino non ho capito un cazzo”. E non solo di quello, aggiungiamo noi, caro Francesco. Ma eccoti accontentato, terra-terra esprimeremo tutto ciò che crea dubbi nella testa di milioni di italiani che, da quando è magicamente apparso il canale 213 sul loro decoder, cercano di saperne di più su questa strana disciplina giocata sul ghiaccio. Per venire incontro poi ai mentecatti come te smonteremo di nuovo le teorie Fifa secondo le quali se uno sport era bello 150 anni fa perché mai servirebbe cambiare qualcosa? “Già abbiamo tolto il retropassaggio al portiere” ci ha detto un incavolatissimo Sep Blatter (sopra) raggiunto telefonicamente, “cazzo volete di più? Che mettiamo un sensore nelle porte? Neanche fosse hockey su ghiaccio!”. Appunto.


Effetto NASN.

Diciamoci la verità: arrabattarsi su internet per scaricare, vedere, far funzionare streaming, collegare tostapane, frigorifero, pc e televisore va bene per il vostro sport preferito. Se non si può fare altrimenti va bene per tutto, ma se la soluzione vi viene proposta a portata di telecomando è il massimo. Parlando di Nhl parlo indubbiamente di quello che può tornare ad essere il mio passatempo preferito, alla pari della Nba, nell'attesa della Nfl e Nasn offre un prodotto che tolto il fuso orario riempie le tue giornate di attesa come succede per gli americani: sport, sport e ancora sport. Ok, loro hanno di più, ok, loro dal lato sportivo sono meglio, ma loro sono i padroni del mondo e qualche vantaggio lo devono pur avere.


Confereme.

L'hockey è uno sport divertente, veloce, immediato; bisogna fare goal e come in tutti gli sport in cui c'è da fare goal correndo solo avanti indietro e passandosi l'oggetto della contesa, in questo caso il puck, anche il telespettatore più stupido capisce al volo come girano le cose. Dopo attente ricerche abbiamo stabilito, insieme al dottor Pancaldi (sinistra) dell'Università Sportiva di Carpi, che vedere il dischetto non serve a nulla, l'azione è comprensibilissima e, in definitiva basta seguire dove stanno andando i giocatori ed è tutto risolto.

Le risse sono parte fondamentale del gioco, quando scoppiano capisci il senso di tutto questo pattinare, senza risse non ci sarebbe hockey su ghiaccio. Sarebbe bello vedere Zinedine Zidane fare il fico con la sua testona pelata in una situazione come questa, ma dubito capiterà mai.

Hockey su prato e hockey su pattini a rotelle (di qualsiasi tipo) sono assolutamente inutili a questo punto.

Quando si è nei pressi della porta, dopo un tiro respinto, e l'arbitro ferma l'azione è giusto e doveroso buttarsi addosso al portiere cercando di fargli male. Ricorda un po' l'ammucchiata scacchista di Mel Brooks in La pazza storia del mondo. "Tutti a papparsi la regina!"

I giocatori commettono spesso falli inutili ed incomprensibili, come fare lo sgambteoo a un avversario che non può portare alcun pericolo verso la tua porta e, anzi, è da tutt'altra parte del campo. La chiamano tensione agonistica.

Capire quale giocatore sia più forte di altri è molto semplice, basta guardare le statistiche:


  • molti goal: ottimo giocatore

  • molti assist: buonissimo giocatore

  • molta produttività (g+a): fenomeno

Il resto non conta, partendo dal presupposto che tutti sono ottimi pattinatori, atleti, picchiatori e sanno usare la mazza... in campo.

Il portiere non è forte o scarso, ha solo una grande istinto oppure no. Vedere cannonate a 300 all'ora di un oggetto minuscolo come il puck è impossibile, basta però proteggere un buco che è più piccolo del corpo del portiere se infilato in una corazza... serve istinto per capire dove potrebbe finire il puck e respingerlo. Quando lo bloccano viene giù il palaghiaccio dal boato, segno che hai avuto parecchio culo. Come una scala reale contro Pupo che si sta giocando in diretta nazionale la moglie al tavolo verde con un poker servito. Non serve un portiere, serve un medium.

Non esiste una vera tattica se non di tanto in tanto quando si deve uscire dal settore dietro la porta. Il resto è piuttosto casuale, si va avanti per segnare e indietro per difendere, tutto qua. Nulla di complicato.

Quando uno segna lo si può seppellire di mazzate e l'esultanza diventa una delle più belle dello sport. Inoltre, un 3-0 con dieci minuti da giocare non significa per niente partita già chiusa, quindi il tutto è molto fico perché devi per forza stare lì a guardare fino alla fine.

Si segna quasi solo da fuori area.

Se un giocatore muore in campo causa rissa o sandwich contro la balaustra fa lo stesso. Lo spettacolo deve continuare.


Incomprensibilmente... hockey!


Ovvero: domande stupide che nessuno ha il coraggio di fare se non di nascosto e che noi pubblichiamo per voi lettori.

Perché si giocano tre tempi? Che razza di divisione del tempo partita è? (Alessandro da carpi)

Se non si vede il dischetto, perché non usare una palla come nell'hockey a rotelle, è molto più grossa e visibile ed inoltre potremo allargare le porte se usassimo una sfera. (Francesco da Torino)

Tra cent'anni la Stanley Cup sarà alta due metri? (anonimo da Verona)

C'era bisogno di una squadra a Nashville? (Dario da Varsavia)

E' possibile cambiare il logo di Anaheim? Non è che perché c'è dietro la Disney allora è tutto fico. E poi, giocano per Paperopoli od Ocopoli? (Francis da Dallas)

Domande a cui non sapremo mai dare risposta, ma che non cambiano il fatto di assistere ad uno spettacolo puro e divertente, dove si dice esista un Terzo Tempo stile rugby, un po' di minore intensità ma basato sullo stesso principio del “prima ti meno poi ti offro una birra”, e senza che nessuno ne parli costantemente in televisione come se fosse assurdo che due avversari alla fin fine possano anche darsi una pacca sulla spalla. Certo, sembra strano magari da qui, nella nostra penisola...

Le Frozen Four poi (le F4 di hockey collegiale) sono state una piacevolissima scoperta, divertenti ed istruttive perché così sappiamo cosa fanno gli ubriaconi del college, i più giovani alcolisti d'America, una volta finiti football e basket. Solo che quando finisce anche l'hockey Ncaa cosa rimane? La droga pesante?

In Italia non c'è la tecnologia americana per i palazzetti, quindi esistono i palazzetti dello sport dove si può giocare a basket, pallavolo, hockey a rotelle, pallamano (solo se dovutamente attrezzati per l'incolumità dei presenti) e i palaghiaccio per l'hockey su ghiaccio ed altre amenità di balletto su patini. Ora, visto che il Garden (loro lo chiamano Garden, non Madison, capito telecronisti da strapazzo che fate i fichi che avete visto il mondo americano tutto e non sapete una minchia???) ospita sia basket che hockey, è giusto considerarlo (e qui sta la domanda del prossimo sondaggio, pensateci):


  • un palazzetto che fa anche hockey

  • un palaghiaccio che fa anche basket

  • palasport polivalente

  • una palestra misteriosa

  • non lo so


Confronti.

Come nel calcio il tutto risulta immediatamente facile da capire anche per un donna, animale che tende a perdere la concentrazione per gli sport di squadra con un certo contatto fisico in circa 7 minuti dopo aver valutato che:


  • ci si mena

  • il proprio uomo viene coinvolto da crisi violente e vuole spaccare la televisione

  • si usano protezioni facciali che impediscono di capire sino in fondo se gli atleti siano belli o no

  • la telecronaca è in inglese

  • l'azione sembra sempre la stessa

  • esiste il fuorigioco

Già, perché l'offside è notoriamente la parte di più difficile comprensione per una donna nel calcio, e non perché sia mentalmente inferiore, anzi, ma perché non si interessa alla cosa e quando il regolamento si infittisce un po' troppo lascia perdere.

Come in tutte le cose i canali nord americani riescono a presentare il prodotto in maniera superba ed hanno telecronisti preparati e coinvolgenti senza bisogno che urlino, ad ogni gol, anche il più inutile, una sorta di “Miiiiiiiiiike MO-DA-NO! MO-DA-NO! Uno a zero Dallas!”

A dimostrazione che negli sport seri serve un minimo di precisione, chi ha scritto le regole dell'hockey ha preso due piccioni con una fava: disegnando i cerchi per gli ingaggi ha riempito il campo di forme e colori assolutamente inutili ma che, almeno, riempiono un po' tutti quegli spazi bianchi, e li utilizza, appunto, per gli ingaggi, dando una posizione precisa di dove si debba svolgere una certa azione. Non come nel soccer dove la barriera va dove cazzo gli pare, la palla a due la fai come vuoi ed il fallo laterale “va bene da qui arbitro?” “sì” ma sì un cazzo che ti sei rubato 15 metri infame!

Quando il disco entra nella porta parte una mega sirena che anche il bisnonno di mia figlia esulta.

Gli arbitri sono talvolta tra le palle e fanno di tutto per togliersi pur disturbando il giopcatore che vuole entrare in possesso del puck... eppure non ho ancor avisto nessuno girarsi e mandarlo a fare in culo tre volte in sei secondi per restare impunito. Anzi, chiamare il capo degli arbitri per telefono in linea diretta per scusarsi, cosa che neanche Lucianone Moggi (va beh, lui non si doveva nemmeno scusare) avrebbe mai fatto.



Nei post partita non c'è Massimo Mauro.


Nella prossima puntata: AFL, il football australiano: un inutile show di qualunquismo sportivo.

martedì 15 aprile 2008

MotoGP - Round #3

I voti di questo terzo GP del Motomondiale arrivano con calma, con un certo ritardo, quasi come il buon Melandri ad ormai ogni gara... sempre più in basso, in fondo, indietro. Un disastro. Il povero romagnolo si sta giocando credibilità e carriera mentre il mondiale che avanza rischia di diventare uno dei più belli di sempre. Se Rossi comincia a mettere qualche 25 nella casella dei risultati e, come sembra, già dalla Cina riavremo una Ducati-Bridgestone più competitiva, ecco che allora potremmo sperare di avere 4 piloti che lottano per il mondiale se non fino in fondo almeno per buona parte di esso.

Tre gare e tre vincitori diversi, una pacchia per lo spettatore che si esalta di fronte a questo Jorge Lorenzo che, ieri, si è pure fatto mettere gli avambracci nuovi. Passato il tagliando lo spagnolo rischia di dare polvere al compagno di squadra e al connazionale più antipatico che la terra iberica abbia mai sfornato. Vedremo.


Jorge Lorenzo – voto 10

Il Magnifico
Corre come Speedy Gonzales nonostante qualche incertezza al via; è una saetta, una scheggia, uino space shuttle, il soprasso a Rossi è un capolavoro e lui è quasi obbligato a scusarsi. “Vado più forte” ha detto al Dottore marchigiano “so di più e, quando arrivo prima, trovo anche il tempo di tombarti la morosa”. Vince, stravince e convince con un problema alle braccia per via del quale è finito sotto i ferri visto che di bombarsi di morfina non aveva più voglia e, soprattutto, gli faceva male lo stesso. Se ora non avrà più male il rischio è che uccida il campionato. Siamo solo alla terza gara, ma come i veri giornalisti ci piace sparare le cazzate più grosse. Meda stringe i denti, presto partiranno gli insulti.

Matador


Dani Pedrosa – voto 9

Mr. Simpatia
Ci stava uno 0.5 in più, ma sempre per il discorso di gara 2 quando non ridi nemmeno se trombi la Bellucci (e lui se lo sogna) allora hai dei problemi. Ed in un mondo così pericoloso come quello delle moto sarebbe meglio tenere lontano i ragazzi problematici. Invece dobbiamo sorbircelo, come Berlusconi presidente: piaccia o no la gente lo vuole anche se, nel secondo caso, è solo la gente della HRC che lo vuole. Se non vince il mondiale con questa moto qualcuno comincerà a pensar male di lui e, pur commettendo peccato, saprà di avere ragione. Bravo e pulito guida alla perfezione soccombendo al solo Lorenzo con il quale compie una doppietta magnifica. A fine gara uno dei capi giapponesi della Honda ha telefonato al primo ministro spagnolo Zapatero chiedendogli se sono sicuri del fatto che anche Gibernau fosse spagnolo. “Sa” ha motivato il nipponico “visto gli Alonso, i Pedrosa e i Lorenzo, 'sta cosa della grande scuola spagnola in Sete ci è un po' sfuggita”. “E' assolutamente uno di noi” ha ribattuto il premier. “Allora era semplicemente una pippa” ha chiuso il muso giallo contento, finalmente, di aver trovato lo spagnolo giusto. Vorremmo sapere dove sono quelli che consideravano un fenomeno Gibe e chieder loro se per caso Pedrosa non valga, a questo punto, quanto un apparizione della Madonna.


Nicky Hayden – voto 3,5

Uorld Cempion
Poteva essere una buona gara, ma l'americano finisce giù per terra dopo un giro-giro-tondo con altri bambini della zona. Al suo rientro ai box tenta di ribadire di essere stato campione del mondo, nessuno gli crede e volano scommesse su caffè e amari. Li vince tutti dopo una consultazione di un raro annuario ripescato in qualche baule del paddock visto che, a quanto pare, molti libri storici della corse in moto si rifiutano di portare i risultati del 2006 quasi come se nulla fosse accaduti. Dopo attente indagini si scopre che, in realtà, è stato un certo Guido Meda a strappare tutte le pagine inerenti a quel campionato, ma è ormai tardi per salvare un meccanico che, dopo aver studiato per mesi su quei libri, si era giocato con Hayden moglie, figlia e la casa della vacanze a Pinarella di Cervia. Il poveraccio si butta così in pista al passaggio delle moto sul rettilineo, per fortuna è colpito dalla Ducati di Melandri: se la cava con qualche sbucciatura qua e là.


Casey Stoner – voto 5

La gomma del ponte
Dopo Estoril, forse, saranno finite le giornate nere del connubio Ducati-Bridgestone, ma il campione del mondo, quello vero, è già sotto di 21 punti dalla vetta e Meda va in brodo di giuggiole così, magari, può dire che non è un fenomeno. Di certo si parlerebbe meno di gomme se non fosse che anche un altro (leggere sotto) non riesce a chiudere in testa la corsa per via di quelle due cose tonde messe per tenere su la moto che l'australiano può tranquillamente masticare a fine gara tanto si sono squagliate. Stavolta Casey capisce subito che non è week end ed in gara non rischia accontentandosi di 10 punti che fanno tesoro... avrebbero fatto tesoretto, ma Padoa non c'è più e, nell'era dell'ottimismo ritrovato, è giusto parlare di come stanno le cose: tesoro inestimabile da non sciupare entro fine anno. Anche se, avanti così, il gusto lungo di vincere è qualcosa che, al massimo riguarda la sua giovane moglie.


Valentino Rossi – voto 8

Patacca!
Corre bene e la Yamaha è tornata finalmente molto competitiva, le gomme cedono però prima del previsto e i casi sono due: o i patacca siamo noi perché, dalla Cina, la casa di gomme giapponese renderà di nuovo di più di quella francese, o è un patacca lui è ha cambiato gomme nell'anno sbagliato mostrandosi meno furbo di quello che non sia. In ogni caso vediamo se quel rompipalle di pelato che appare in tutti gli spot con lui gli procura la soluzione da qua alla fine. Meda intanto torna speranzoso... a sinistra Claudia Patacca, soprano.


Andrea Dovizioso – voto 5

Idolo
Peccato che abbia forzato troppo e sia finito giù per terra facendo giro-giro-tondo con altri bambini del posto tra i quali era presente anche un tizio che sosteneva di essere stato, tanto tempo fa, campione del mondo della MotoGP. Si sa, i bambini lasciano che sia la fantasia a dominare il mondo e, fosse davvero come dicono loro, vivremmo tutti molto meglio. Tant'è, il buon Dovi guida una moto con tecnologia obsoleta (i test elettronici li fanno con un Commodore 64), non ha un team ufficiale ma grinta, classe e velocità. Senza esagerare e finire giù poteva essere quarto, un po' di fortuna e presto lo rivedremo spazzolare Rossi, non tanto per il pesarese quanto per sentire la voce spezzata di Meda che si finge esaltato mentre pianta spilli nella bambolina del povero Reggiani.


Marco Melandri – NC

Ministro!
Il tifoso dei Green Bay Packers si fa installare un televisore sulla moto per poter seguire Nasn dopo che da martedì non fa altro sostenendo che, tanto, “l'Estoril lo faccio a occhi chiusi”. Paralizzato dalla finale NCAA di hockey su ghiaccio fa la sua gara senza correre alcun rischio tanto che i suoi parenti, come al solito, sono i meno preoccupati del mondo motori tutto. 5 punti in Gara1, 4 nella seconda, 3 in Portogallo. Ancora due gare e ce lo togliamo dalle palle, mentre la sua carriera scivola inevitabilmente verso l'oblio visto che, a questi livelli, il prossimo team ufficiale lo troverà in Super Sport... forse. Unico momento di gloria quando riesce a mantenere l'equilibrio dopo aver centrato un meccanico impazzito che tentava il suicidio gettandosi sotto le sue ruote. Per via di quel gesto perde per un attimo il contatto col puck protagonista di Notre Dame-Boston College, ma alla dopo un paio di curve tutto torna normale. Più che un Brett Favre un Ryan Leaf, più che un Melandri una Melandri: meglio come ministro, possibilmente non dei trasporti.


Guido Meda – Who?

Patacca Vero!
Non riusciamo ad ascoltare la sua telecronaca, ma come nella celebre soap opera Beautiful che vediamo senza pagare il canone Rai (ma chi l'ha detta 'sta stronzata?) sappiamo cosa ha detto, quante volte, perché e come. Spegnere l'audio per tre anni e riaccenderlo significherebbe esattamente trovarsi nello stesso punto ,con le stesse frasi e gli stessi ragionamenti. Alla sua morte verrà eretto un ceppo al partigiano più famoso della TV, di certo al ritiro di Valentino si rischia la (sua) depressione, magari anche il buon Guido deciderà di appendere il microfono al chiodo. Quel giorno pagherò due abbonamenti Rai. Intanto giunge voce che abbia ricomprato le foto che lo ritraevano in gesti autoerotici mentre seguiva la registrazione della vittoria di Rossi in Sudafrica nel 2004 vendendo la casa. Indagato Corona. Geniale.


Il circuito – voto ma chi se ne strafotte del voto. Rovinata Assen la più bella resta il Mugello, la più coreografica la splendida Laguna Seca col suo cavatappi, ma l'Estoril non è davvero niente male anche se dipende chi la fa. Vista da Lorenzo è da 10, da Melandri da 1, è tutto opinabile. La facesse l'ex Ministra Melandri sarebbe probabilmente il top... non come Lorenzo, ma nemmeno come l'altro. Delle tre corse finora per me è la più bella.


Umbrella Girlz – voto 10. Saranno mica state brutte? Io non le ho guardate, ma vado sul sicuro, tanto non hanno chiamato delle portoghesi dai...

Max Biaggi - voto 10. Finisce con questa tizia di fianco e per caso è la foto che mi capita tra le mani. Quindi il 10 è per me.


giovedì 10 aprile 2008

Final Four NCAA

Come ogni anno Marzo è il mese del college basket e come ogni anno tutto il mondo americano si ferma per seguire le proprie università presenti nel Torneo NCAA, emozionarsi per le vittorie, disperarsi per le sconfitte. Da youtube.

Una stagione lunga che aveva visto un sostanziale equilibrio nel vertice del ranking nazionale, in cui North Carolina, Memphis, UCLA e Kansas avevano prevalso sul resto della nazione e si erano accaparrate le teste di serie n.1 dei vari Regionals.
Nella March Madness tutti gli appassionati sono pronti ad appassionarsi per la storia della Cinderelle di turno, per gli sfavoriti che lottano contro i grandi, e questa volta sembrava esserci davvero una favola da raccontare, con Davidson, guidata dal piccolo grande uomo Stephen Curry, giunta alle Elite 8, ad una sola partita dalle Final Four di San Antonio.

Anche quest’anno, però, la storia di Cenerentola non ha avuto il lieto fine e Davidson è stata sconfitta di misura da Kansas, che ha raggiunto UCLA, Memphis e UNC nelle Final Four più altolocate della storia del college basket, mai nessun torneo aveva visto tutte le prime teste di serie approdare alla Final Four, ma quest’anno le quattro grandi università avevano un margine troppo elevato rispetto alle altre e giustamente aveva conquistato il pass per l’Alamo Dome.

Visto il palmares e il pedigree tecnico delle quattro contendenti in molti credevano a un weekend spettacolare e pieno di emozioni. C’erano l’atletismo e le continue variazioni tattiche di Kansas, la velocità e il basket brioso di Memphis, l’attacco run&gun di North Carolina e la difesa asfissiante di UCLA, e c’erano i singoli, le stelle, come Kevin Love e Darren Collison di UCLA, Tyler Hansbrough di UNC, Brandon Rush di Kansas e la coppia Derrick Rose e Chris Douglas-Roberts di Memphis.

Invece le semifinali del sabato hanno deluso ampiamente, sia dal punto di vista del risultato, che da quello del gioco. A dirla tutta hanno deluso anche chi si aspettava una finale UNC vs UCLA, attesissima da buona parte della nazione che sperava di vedere di fronte nella finale nazionale le due università più famose del college basket. Invece in finale ci sono andate Memphis e Kansas, dominando i confronti e dimostrando di giocare il miglior basket rispetto a Bruins e Tar Heels.

Roy Williams e Ben Howland hanno dovuto ingoiare un altro boccone amaro, l’ennesimo per il primo, la cui carriera ormai verrà ricordata più per le sorprendenti sconfitte che per le grandi vittorie, il terzo di fila per il secondo, che ha riportato l’università più vincente d’America ai fasti di un tempo, ma che non ha ancora saputo arrivare fino all’ultimo taglio della retina.
John Calipari e Bill Self, invece, sono riusciti a sovvertire pronostici e dubbi che li avevano accompagnati in quest’annata, il primo per quella sensazione di avere in mano una Ferrari e averla portata a correre la Formula 3 per tutta la regular season, mentre il secondo per quel non essere ancora entrato nel club dei grandi coach del college basket ed avere la squadra probabilmente meno talentuosa delle quattro.

Invece alla fine la retina l’ha tagliata proprio coach Self, che ha portato Kansas a vincere una delle finali più emozionanti degli ultimi anni, non bella dal punto di vista tecnico, ma grandissima per le emozioni che ha saputo regalare, finita al supplementare, dopo che Memphis è arrivata a cullare i sogni di vittoria e di vendetta nei confronti di tutti i critici, svaniti quando Mario Chalmers ha imbucato il tiro da tre della disperazione, con solo due secondi da giocare, che ha portato le due squadre all’overtime.

A quel punto i Tigers si sono sciolti definitivamente e per Kansas è stato facile scappare e non voltarsi più, festeggiando una vittoria che a Lawrence aspettavano da venti lunghissimi anni, da quel 1987 in cui Danny Manning e coach Larry Brown portarono i Jayhawks al titolo.

Vent’anni in cui Kansas ha sfiorato molte volte il successo, ha avuto quintetto nettamente più forti di questo, ma che spesso ha dovuto inchinarsi agli upset del torneo, incapace di uscire dalle paure mentali che avevano caratterizzato soprattutto la gestione di coach Williams, ma che non sembravano finite con l’arrivo di coach Self. Invece in un’annata partita a fari spenti, lasciando ad altre università il palcoscenico, i Jayhawks sono riusciti a scacciare tutti i fantasmi e riportarsi in vetta al college basket.
L’hanno fatto grazie alle trovate di coach Self e al talento di Brandon Rush, a cui si sono aggiunti i vari Chalmers, Arthur e Jackson, subendo all’inizio le giocate della coppia d’oro dei Tigers, ma che al momento giusto hanno trovato le mosse per fermare l’attacco avversario e trovare i canestri decisivi per recuperare uno svantaggio di nove punti a due minuti dalla fine, pareggiare con l’incredibile tripla di Chalmers e dominare l’overtime dove le schiacciate di Arthur hanno firmato il terzo titolo della storia di Kansas.

Per Memphis è stata una tremenda delusione, un boccone difficile da digerire, perché il titolo era ad un passo, bastava segnare i tiri liberi della sicurezza che avrebbero tenuto Kansas lontano e avrebbero vanificato la tripla di Chalmers, ma questo è il college basket, si passa dal Paradiso all’Inferno in un battito e gli errori di Douglas-Roberts, quello che era stato l’artefice della vittoria contro UCLA e che, anche in finale, stava portando con i suoi punti i Tigers alla vittoria, sono stati decisivi in negativo e per coach Calipari si è aperta la strada dei rimpianti.

Una finale emozionante che ha chiuso una stagione di college basket molto equilibrata e che ha regalato molti talenti sicuramente vogliosi di confrontarsi con il mondo dei professionisti. Ora spazio alle voci sul prossimo Draft, su chi deciderà di restare e chi si renderà eleggibile per le scelte NBA, tanti cambiamenti che stravolgeranno i quintetti delle università e che potrebbero regalare delle facce nuove a fine marzo, quando la prossima March Madness deciderà la sua regina.

martedì 8 aprile 2008

Profili squadre Nba: terza puntata

Tenete duro che prima o poi finiranno.

Portland
Squadra meglio assortita della lega e naturalmente molto futuribile. Tre giocatori cardine, Oden, Roy e Aldridge, che segneranno il futuro della franchigia nei prossimi anni e che possono stare benissimo insieme. Il leader dovrebbe essere Roy: guardia che, nonostante non sia lui il play, di fatto fa il regista. Giusto il paragone con Wade, rispetto al quale é meno fisico, ma più cerebrale ed orientato al collettivo.
Aldridge é un giocatore di complemento di stralusso, nel senso che se dipende da lui non si vince, ma il suo contributo lo può dare proprio non essendo un leader. E' un giocatore dominante sino ad un certo livello, ma il livello di eccellenza non mi sembra che gli appartenga al momento e non credo che gli apparterrà in futuro. Rimbalzista alterno e con poca vocazione, ha il suo forte nella naturalezza con cui risolve le situazioni d'attacco in maniera anche inedita, sfruttando i movimenti che le regole del gioco consentono. In questo é davvero creativo ed imprevedibile. In più ha delle mani da sarto, che lo porteranno prima o poi sin dietro l'arco dei tre punti. Il suo difetto é che quando incontra un difensore di alto livello che sappia imporre il fisico va in sofferenza, tendendo a scomparire dalla partita. In difesa il suo forte é la verticalità, non certo la potenza o l'aggressività che invece latitano un pò.
Per quanto riguarda Oden, nelle sue mani sta il futuro della franchigia, senza dubbio. Questa squadra ha bisogno di lui per poter competere ad alti livelli e se dovesse confermare la tendenza ad infortunarsi, il progetto di Pritchard rimarrebbe incompiuto. Le sue caratteristiche le conosciamo, calzerebbero alla perfezione col resto della squadra, il carisma anche. Spero che possa trovare il modo di liberarsi della piaga infortuni, perché onestamente lo vedo molto molto a rischio e mi piace invece un sacco come persona.
L'anno prossimo potrebbe aggiungersi Rudy Fernandez (che dovrebbe essere più in grado di affermarsi dei nostri italiani mollicci) ad una squadra che ha già una bella completezza ed il tempo per vedere su chi si possa puntare nel lungo periodo. Outlaw é un giocatore talvolta dominante, sapendo fare sostanzialmente una cosa sola, prendere il palleggio arresto e tiro centrale. Jack é un play attento, non eccezionale, ma scrupoloso e che fa chimica di squadra. Webster é un buonissimo tiratore, certo non quel giocatore che pensavano di prendere così in alto nel draft, ma comunque tecnicamente al posto giusto.
Blake (idolo), Rodriguez, Przybilla, Frye...anche la panchina é ricca ma ha lo stesso difetto della squadra nel suo complesso, manca di potenza e velocità. Infine il coach: McMillan sta facendo un buon lavoro, la squadra esegue bene e, quando la porterà ai playoff, vedremo davvero quanto ci sa fare (a Seattle mi era piaciuto). Nell'attesa qualche sorriso in più non guasterebbe l'ambiente.

Dallas
Cuban mi sembra Moratti. Tanta passione e risorse profuse, ma risultati spesso irritanti. Questo succede quando i ruoli e le responsabilità sono attribuiti in maniera poco chiara e netta. In altre parole Cuban interferisce parecchio come Moratti, ma non si assume pienamente le responsabilità di quello che fa. E di questo entrambi hanno sempre pagato le conseguenze.
Questo mi sembra il problema principale di una squadra che rischia di non fare i playoff ed é arrivata comunque ad un punto di svolta definitivo. Hanno fatto bene a prendere Kidd? Altroché. Io lo adoro. E' un leader, quello di cui avevano bisogno, ancora oggi é fortissimo, ha ancora tre anni ad alto livello, direi. Ma se lo accoppi con Johnson, lo accoppi (buaaahhahaa...scusate). Johnson é una persona che non mi piace, farà carriera perché vive per il lavoro, é evidente. Ma umanamente sa dare qualcosa ai suoi? Sa farli appassionare al progetto? E soprattutto c'azzecca qualcosa con uno tutto istinto, improvvisazione, ritmi dionisiaci come Kidd? Lui che é rigido, controllato (nel gioco, ma insicuro emotivamente) e calcolato? Sarà meglio prendere qualcuno come D'Antoni a fine anno, se si libera. Così puoi tenere Terry, Bass, Howard e devi cedere solo Dampier se proprio vuoi. Una volta presa la direzione di Kidd, la devi continuare sino in fondo e credere in quello che fai, se no rimani nel limbo.

Phoenix
Due tare della squadra più inebriante degli ultimi anni hanno fatto tramontare il progetto di D'Antoni. L'iperattività di Marion sul campo si rifletteva fuori nel martellare i maroni. Inoltre l'incapacità di Stoudemire di essere un fuoriclasse completo. Colui che rappresenta il miglior risultato della chirurgia con microfratture, assieme a Kidd, ha delle mancanze mentali che lo tengono aldiquà della grandezza assoluta. Sul suo futuro meglio non fare troppo gli indovini, ma non mi sembra uno che possa cambiare più di tanto.
La svolta é stata la cessione di Marion, questo é ovvio. Dal mio punto di vista, il vantaggio eventuale della trade non può essere tecnico. Mai e poi mai una squadra costruita per giocare un tipo estremo di gioco come quello dei Suns si può giovare dell'acquisto di uno che ti azzoppa il ritmo elevato come O'Neal. E non mi si dica che fanno più punti in contropiede, perché non é quello che conta. I Suns correvano e ora non lo fanno più. Prima avevano una chance solo portando alle estreme conseguenze quello che facevano. E l'hanno fatto. Solo che hanno avuto un pò di sfiga, un pò di inesperienza e il titolo, come anche la finale, non é arrivato.
Se poi Marion rompe le balle a più non posso, certo te ne devi liberare. Se non riesci a prendere Kirilenko, dovresti evitare di mandare a rotoli la filosofia della squadra per tentare di vincere comunque subito. Il vantaggio della trade doveva essere quello di migliorare la chimica di squadra, ma non otterranno neanche questo forse.
Eppoi, loro lo sapranno meglio di me, ma non capisco perché è stato ceduto Thomas assieme a delle scelte per nulla in cambio, in senso tecnico. Se vuoi risparmiare sulla luxury tax a costo di perdere delle scelte, perché sobbarcarsi il contrattone di Shaq pochi mesi dopo...A me, da ignorante, sa di cambi di rotta troppo frequenti, che fanno sbandare la franchigia.
Peccato perché erano una bella squadra, ma mi sbilancio e dico che naufragheranno del tutto prima o poi. Sono un amante del gioco d'attacco e tifavo per i vecchi Suns. Vedremo.

Denver
Piena di talento, con Karl che sta facendo un lavoro al limite del sovraumano a tenere insieme quelli là. Quello che non é riuscito ad Isiah Thomas, sta venendo benone ad un coach, lui sì, di rango e che fa meno il fenomeno. Le speranze di vincere un titolo con un impianto del genere oggi come oggi sono nulle, però di sicuro é una squadra che affascina. Se pensiamo ai Nuggets di Juwan Howard, Warkentien ha fatto un lavoro eccezionale, limitato molto dagli infortuni ai tre lunghi. Se Martin non si fosse rotto e se Nené fosse stato un pò più sano, certamente li avremmo visti più in alto, chissà quanto.
Se fossi in loro, non cambierei quasi nulla per un anno almeno. Tutto sommato le cose funzionano abbastanza, va consolidata l'abitudine a vincere. Dopodiché vedi dove ti porta Carmelo, avvicini a scadenza qualche contratto pesante e se trovi il modo di far difendere qualcuno, di far scattare la voglia di crederci davvero, prima o poi te la puoi giocare. Non tutte le squadre che sono in alto quest'anno lo saranno in futuro, mentre Denver complessivamente é giovane.
Infine una speranza: lunga vita ad Iverson.

domenica 6 aprile 2008

Sport e immagini #4


Alexander Ovechkin
65 GOL
12 anni dopo

mercoledì 2 aprile 2008

Malati di football

Ammettiamolo: siamo malati!

Si, siamo malati di football e senza non sappiamo vivere. O meglio viviamo, ma diventiamo intrattabili, irascibili, quasi come le nostre compagne in quei giorni lì: che il football sia stato dato all'uomo per vendicarsi del periodo mestruale?

Lasciando perdere questi discorsi filosofici (???): sapete qual'è il giorno più bello per un tifoso di football? Avete detto il Super Bowl? Bravi.....sbagliato! Quello può essere il più atteso o il più felice, specie se poi i “tuoi” si ritrovano sul palco ad alzare il Vince Lombardi Trophy, ma il giorno in assoluto più bello è il Kickoff Weekend, quello quando tutto inizia, quanto tutti possono vincere l'anello, tutti hanno la divisa immacolata ma soprattutto quando si hanno davanti 5 intensi mesi di football!

Si....il giorno del Super Bowl è bello, è il giorno in cui si decide il vincitore, se è come l'ultimo può essere una bellissima partita ma poi? Si cade in profonda depressione perché la prossima vera partita di football la si potrà vedere solo tra 8 lunghi e noiosi mesi...

La pre-season? Ma non scherziamo! Se quello è football io sono un Puffo, e non avendo né pelle blu né una ridicola calzamaglia bianca...L'unica funzione che ha la pre-season è quella di permettere un minimo di visibilità a gente che magari non scenderà mai in campo in stagione regolare o che non riuscirà mai a firmare un vero contratto da giocatore professionista di football.

Ho visto gente entusiasmarsi perché la propria squadra aveva vinto 4 gare di pre-season su 4...la verità? Una buona pre-stagione sta alla stagione regolare come regalare un fiore ad una donzella al primo appuntamento: avrai sicuramente fatto un gesto galante e sarà apprezzato, ma da qui a pensare che a fine serata te la darà...ne deve passare di acqua sotto i ponti! (n.d.r. Non c'è alcun doppio senso in questo frase).

Febbraio è il mese peggiore per il tifoso: non c'è veramente una mazza da fare! L'unico consiglio per superare l'astinenza? Guardare qualche vecchia partita, magari un vecchio SB vinto (anche se questo può portare ad aumentare la frustrazione se la tua squadra non vince da quando ti uscirono i primi baffi e avevi quell'espressione da domenicano del Bronx sempre incazzato), magari qualche bel film che narra la storia di una squadra su cui nessuno puntava e che poi alla fine vince il titolo (tanto sono quasi sempre così i film no?) o qualcuno sulla cheerleader ninfomane che si passa e ripassa tutti i Cowboys campioni del 1992 (grazie ad aza per avermi passato il film).

A marzo fioriscono le rose e si riprende un po' di colore quando si apre la Free Agency (oddio, si è già aperta da molto, ma non fatevi scoprire dallo sceriffo se no vi toglie le caramelle): il tifoso esulterà alla notizia trovata su un forum dove il cugino di un amico della segretaria del dottore dell'agente di Fitzgerald dice che è sicuro che il forte WR abbia già firmato per gli Eagles.

Se poi non firma? Nel nostro sistema non lo vedo bene, è lento, fa troppi drop, e poi è una prima donna che avrebbe rovinato lo spogliatoio, è molto meglio aver preso a poco prezzo quel tale DB dalla pratice squad della tale squadra che è vero che non ha mai giocato neanche uno snap, però tutti ne parlano bene e sarà più funzionale al nostro progetto...

Subito dopo arrivano le Combine (no, qui non c'entra Moggi) e parte il periodo in cui tutti diventano esperti di college football, pronti a scommettere che quel LB da Nebraska Wesleyan University (a fianco il logo) che è un progetto 4 stelle lusso, tutti conoscono vita, morte e miracoli di ogni giocatore che verrà scelto, sanno quante volte si scaccola in una partita Ryan, di quante ragazze si è fatto Gholston o perché McFadden aveva fatto una rissa a 15 anni (vorrei vedervi io a non reagire se vi rubano le carte dei Pokemon).

L'attesa cresce sempre di più, i mock draft crescono come funghi, scopri che tutti hanno visto tutte le partite di quel giocatore anche se magari non sono state trasmesse in TV, poi arriva quel week end a New York in cui tutte le attese e i timori prendono forma dalla voce del Commissioner che darà vita a quella forma d'arte che prende il nome di “paraculismo”.

Ogni scelta, anche quella che parrebbe più sconclusionata, “ha un senso perché la nostra linea sta invecchiando e quindi spendere la nostra prima scelta per una guardia da una sconosciuta università fa' parte del progetto”, “ma vuoi che i nostri esperti non abbiano già visionato questo giocatore e ne sappiano pregi e difetti?”, “no ti dico che l'ho visto giocare nell'Aloha Tomeco Sponge Bowl e fece 200 yards correndo su una gamba sola perché il giorno prima si era fatto male mentre stava provando una nuova posizione a letto con la sua ragazza, questo arriva al Pro Bowl entro 2 anni!” Chissà perché poi di tanti giocatori che vengono scelti al draft si perdono tutte le tracce...

Con l'avvicinarsi dell'estate il tifoso riprende un po' di colore, e non per il sole, ma perché inizia tutti i vari camp per i rookie, per i veterani, per quelli in cerca di contratto, s'inizia finalmente a vedere immagini di giocatori con casco e paraspalle e così il tifoso può già iniziare a sognare che la sua squadra è la più forte tra tutte! Questo minimo cambiamento di umore, con anche l'ausilio delle buone giornate, lo convince ad uscire più spesso e a lasciare il suo letargo.

Quando parte ufficialmente il Training Camp il tifoso di NFL è come il bufalo all'avvicinarsi della stagione degli amori: freme, sente qualcosa risvegliarsi in sé (senza bisogno di utilizzare succedanei come pillole blu e pomate miracolose), è pieno di fiducia ed inizia a fare ragionamenti tecnico-tattici che neanche Al Michaels e John Madden potrebbero tenergli testa.

Inizia a dare suggerimenti al proprio coaching staff come fosse il più consumato degli esperti di football, la cosa grave è che crede fermamente che questi lo possano ascoltare e che i suoi siano tutti consigli utili ed efficaci.

Questa nuova atmosfera lo invoglia anche a rinnovare il suo guardaroba footballistico comprando la nuova maglia fatta apposta per l'anniversario-di- qualsiasi-cosa-che-possa-portare-altri-soldi, e giacché ci siamo un nuovo cappello, un nuova porta pop corn con i colori preferiti, la figurina autografata di quel LB panchinaro della squadra del 77 e un nuovo adesivo da mettere sull'auto/scrivania/bicicletta (che tanto non viene mai usata).

L'atmosfera si fa sempre più elettrizzante ed arriva il fatidico momento in cui escono le guide alla stagione che sta arrivando! Tutte belle, colorate, piene di immagini e speranze, e con i tanti attesi e temuti pronostici che alla fine saranno quasi tutti, immancabilmente, sbagliati (ma tanto poi tra 5 mesi se ne ricorderanno in pochi)!

E poi alla fine, dopo quell'orrenda tortura che risponde al nome di pre-season, arriva lei, la gara inaugurale della stagione, attesa più di una bella, e disponibile, donna, prologo del momento più estasiante, l'eiaculazione footballistica del tifoso NFL: il Kickoff Weekend!

Ma attenzione. Guardandolo bene in faccia, insieme ad un sorriso a 56 denti e a quell'espressione da ebete che hanno i bambini quando aprono i regali sotto l'albero di Natale, in un angolo, quasi nascosto, potete notare una leggera vena malinconica, perché lui lo sa, fra 5 mesi, tutto questo sarà finito, e la sua felicità si sarà trasformata in disperazione...

Si, ammettiamolo, siamo malati.