domenica 24 febbraio 2008

Willy il coyote non lo prenderà mai a Bip Bip

Lo sport è magia che a volte esula da ogni realtà, ci sono momenti in cui si fa fatica a credere a quello che stiamo guardando o abbiamo appena visto. Ogni generazione ha i suoi momenti magici, momenti che però, per capirli a pieno, vanno vissuti, non rivisti o raccontati: io posso solo immaginare a cosa si possa aver provato a vedere in diretta il gol di Diego nei quarti con l' Inghilterra, quella serpentina che parte da metà campo, che dribbla anche le ombre dello Stadio Azteca, con i difensori che si lanciano vani a pelo d' erba; io posso solo immaginare cosa si potesse provare a vivere davanti alla tv quell' ultimo giro di Digione '79, con Villeneuve e Arnoux pronti a sfidarsi su ogni singolo centimetro d' asfalto; i miei ricordi sportivi partono dai primi anni '90 e di emozioni “in diretta” né ho vissute tante, gioie e dolori, ma alcune sono più speciali delle altre e tra queste alcune ce n' è una a cui tutt'oggi faccio fatica a credere, ce n' è una per me che non c' entra niente con la realtà, è pura magia: negli almanacchi è segnata come 1 Agosto 1996, ma per noi in Italia era già il 2, non da molto, qualche ora passata la mezzanotte, tutti i 5 continenti hanno gli occhi puntati sulla città di Atlanta che ospita le Olimpiadi del Centenario (o sarebbe meglio chiamarle le Olimpiadi della Coca-Cola derubate ad Atene, ma questa è un' altra storia.....).


Quella sera americana sulla pista d' atletica va in scena il record del mondo più sorprendente della storia dell'atletica e non solo: si corre la finale dei 200 metri: Mike Marsh, Jeff Williams, il cubano Ivan Garcia, Frankie Fredericks, Ato Boldon, Patrick Stevens, Obadele Thompson saranno spettatori più che privilegiati della corsa di Michael Johnson. Tra questi ci sono comunque storie che vale la pena raccontare: quella di Mike Marsh, per esempio, che a Barcellona92 aveva illuso il mondo di poter essere il primo uomo a battere il tempo di Mennea, nelle semifinali aveva corso in 19”73, un solo centesimo sopra il primato, e li aveva corsi rallentando gli ultimi 10-15 metri: una follia... perchè poi vinse sì la finale ma con un tempo nettamente superiore e mai più si avvicinò a quel 19”72, il suo treno era passato. Le storie di Fredericks e Boldon sono simili, molto simili, sono gli eterni secondi, quelli che in finale si sciolgono come neve al sole, che soffrono la pressione dell'evento (la storia ne è piena di personaggi come loro...li chiamano perdenti, dandone una accezione fin troppo negativa...).


Qui non faranno eccezione, rispettivamente secondo e terzo, anche se pare del tutto irreale pensare a un secondo posto con 19 secondi e 68 centesimi; poi c' è la promessa che “chissà cosa combinerà negli anni a venire”, il 20enne delle Isole Barbados, Obadele Thompson e c'è il classico velocista bianco (il belga Stevens) che in queste occasioni non manca mai, lui la sua finale l'ha già vinta e ancora non sa che sta entrando, anche lui, seppur di riflesso, nella storia dello sport. Prima della partenza l' emozione è tanta, non ci sono stati proclami di record o simili, però Michael Johnson vincendo diventerebbe il primo uomo a vincere 200 e 400 nella stessa Olimpiade (la Perec l'ha anticipato di qualche minuto nel campo femminile...); in più, pochi mesi prima, lo stesso texano aveva finalmente abbattuto il record di Pietro Mennea, durante i trials di qualificazione olimpici e solo qualche settimana prima aveva perso l' imbattibilità sul mezzo giro di pista a vantaggio di Fredericks: sarà una bella gara, pensi. E intanto aspetti.


Partono e non si capisce nulla... chi è davanti?! Sono i primi 100 metri fatti in curva che fanno da antipasto, stuzzicano l' appetito ma innervosiscono l' affamato che vuole il primo piatto, stai lì ad aspettare quella decina di secondi affinchè gli atleti arrivino sul rettilineo finale per capire chi sta vincendo, per capire come sarà il primo piatto: a metà rettilineo il dubbio non c' è più, Michael è davanti, pochi passi più in là e nella mente inizia a farsi strada un pensiero... non fai nemmeno in tempo a completarlo, quel pensiero, che ti ritrovi ad urlare anche tu nel bel mezzo della notte italiana, assieme al telecronista, assieme all' atleta stesso, incredulo tu quanto loro.



Quel pensiero che stava nascendo dentro la tua testa viene interrotto, cancellato da quello che leggi sulla TV: 19”32, diciannove secondi e trentadue centesimi. Non puoi crederci, nessuno ci può credere, nemmeno i muscoli di Johnson ci credono e infatti richiedono subito dopo l' arrivo un po' di ghiaccio. Quel diciannove e trentadue non è realtà, quel diciannove e trentadue è un cartone animato, lui è Bip Bip e tutto il resto del mondo in un attimo è diventato Willy il coyote. 4 decimi sotto a Mennea, 34 centesimi tolti in 200 metri al suo precedente limite, un' infinità, scompare Fredericks con il suo fantastico 19”68, scompare Boldon a soli 8 centesimi da un primato che aveva resistito per più di 2 decenni e che nel giro di 3 mesi era stato sbriciolato per ben 3 volte, scompare Donovan Bailey che per pochi giorni si era fregiato del titolo di uomo più veloce della terra, scompare tutto. Quell' urlo che hai cacciato fuori al suo arrivo è l' urlo che accomuna il telespettatore che vedeva Maradona serpeggiare e colpire al cuore l' Inghilterra, o quello che vedeva Villenueve prendere a sportellate Arnoux in quell' ultimo giro magico. È lo stesso urlo che proietta anche noi, semplice audience, nella storia dello sport.


Poi....ti diranno che i record si fanno per essere battuti, ti diranno che la leggenda vuole che un giorno anche Willy il coyote prenderà Bip Bip, io non ci credo alle leggende, quelle scarpette dorate (ora gelosamente custodite in un museo) non le prenderanno più.

11 commenti:

therussianrocket ha detto...

sempre preferito ato boldon...a proposito di maradona, sentita l'ultima tra lui e starace? :lol:

angyair ha detto...

Il goal di Maradona lo vidi in diretta (:vecchio:), ma ero ancora incazzato per quello di mano. Il giro di Giles non lo ricordo in diretta, ma uno dei ricordi più nitidi della mia infanzia è il giorno del suo incidente...
Ma qualcuno gliel'ha tolta poi la scopa dal culo di Johnson?

POLPAOL ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
POLPAOL ha detto...

solo per dire che hellen da alvise l'anello l'ha già vinto.
quindi votate tutti Moggi :paper:

aLesAN ha detto...

Stavo giusto pensando l'altro giorno a questo pezzo :anteprima: e mi chiedevo perché non lo avessi inserito ancora...

Io sono come angy, live le perle di Maradona, a cena da mia nonna il giorno dell'incidente di Gilles... live anche Bip Bip.

Boldon può essere il numero 1 solo a casa sua e in quella del russo

azazel ha detto...

boldon era anche uno dei miei preferiti, piu sui 100 però, dove c' era da battere l' odiato canadese.

@ china: :anteprima: me ne ero dimenticato, mi è venuto in mente l' altro giorno e aspettavo un momento di stanca per il blog per metterlo su, poi comunque c' ha pensato alvise a mandarlo subito in basso...roll

aLesAN ha detto...

Beh, quello di alvise potevi farlo aspettare un giorno in più...

aLesAN ha detto...

PS: l'odiato canadese non sarà chi penso io? :idolo:

Anonimo ha detto...

scusa aza, ma il gol con l'inghilterra fu nei quart di finale...in semifinale l'argentina battè 2 a 0 il belgio di jean-marie pfaff, uno dei più grandi ed istrionici numeri 1 della storia del calcio, con doppietta di dieguito.

matteogb4

azazel ha detto...

@ matteo: ops...ehm...ho corretto, con la scusante del fatto che non avendola vista in diretta o comunque non avendone ricordo alcuno era giusto sbagliare...proprio nello spirito dell' "articolo" stesso :salvatoincalciod'angolo:

@ china: beh...donovan bailey pagliaccio. :truzzo:

aLesAN ha detto...

Ma va a cagher, Donovan numero uno Il centometrista degli anni 90. Ad Atlanta impartì lezioni, quando Christie fece la più magra delle figura :falsapartenzafasullapernonperdereinpedana: