martedì 30 settembre 2008

[week 4] Non è facile restare perfetti

Rispolverare l' inflazionatissimo detto secondo il quale “l' attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite” potrebbe sembrare banale, ma in una settimana in cui Colts, Patriots e Lions riposavano, c' hanno pensato Broncos e Cowboys a rinverdire questa banalità che in quanto tale non si distanzia mai dalla realtà.

Denver ha perso una partita che forse nemmeno John Anthony in “Rischio a due” sarebbe stato capace di azzeccare, la Kansas City vista sino alla week 3 era assieme ai Rams la cosa più distante dall' essere una squadra di football, zero attacco con lacune viscerali nel ruolo di QB e meno di zero in difesa e sulla carta possibilità di miglioramento quasi nulle. E invece Kansas City non solo ha vinto questa partita, ma per certi versi l' ha dominata, l' ha controllata e anche quando il punteggio sembrava in bilico ha sempre dato la sensazione di poterla vincere. Questa volta Jay Cutler non è riuscito a fare un punto più degli avversari, che grazie alle corse del ritrovato Larry Johnson (dopo un anno di sofferenze è arrivata la seconda prestazione piu che positiva 121+198 e 3 TD, nonostante la linea davanti a lui già non eccelsa continui a perdere pezzi, domenica si è infortunato Branden Albert, prima scelta di quest' anno) ha controllato il cronometro, mandando fuori ritmo e mettendo pressione sugli attacchi degli avversari. Sono così arrivati ben 4 turnover, tutti sanguinosi, specie i 2 intercetti avvenuti in drive consecutivi nel terzo quarto, quando Denver doveva far vedere che poteva vincerla in qualsiasi momento. Forse il tutto può essere spiegato con un semplice concetto: hanno sottovalutato l' impegno e gli avversari, ed è un vero peccato, perchè partire 4-0 sembrava ampiamente possibile a questo punto ed ora arrivano impegni più difficili: Tampa e Jacksonville (al Mile High Stadium) e la visita ai Patriots, 3 partite prima del loro bye week che diranno molto sulle possibilità di approdare nella post season, come valore assoluto non sono degli attacchi stratosferici, ma solidi e specie i Jaguars metteranno a dura prova la difesa deficitaria della squadra del Colorado sulle corse.

Se comunque le aspettative attorno Denver ad inizio anno erano altre ed essere 3-1 dopo quattro partite è un bene, la sconfitta di Dallas nel rivalry game contro i Redskins potrebbe lasciare più di uno strascico. Analizzando la partita non c' è comunque niente da obiettare, la squadra della Capitale ha nettamente meritato la vittoria che altresì poteva essere anche più netta se fossero stati sfruttati meglio i viaggi nella red-zone texana. La costante negli ultimi anni delle sfide tra le due squadre che forse più di qualsiasi altre si odiano è la prestazione di Santana Moss, questo nan....questo ricevitore di altezza non eccelsa che sempre si esalta quando vede la stella blu, anche questa volta ha tirato fuori una partita cinque stelle extra-lusso, alla quale manca solo il TD (peraltro ottenuto ma vanificato da una penalità stupida di un suo uomo di linea), 145 yards ricevute e la sensazione che Newman lo stia ancora cercando in giro per il campo; quello che fa strano è che in estate Jerry Jones, padre padrone dei Cowboys, si era affrettato ad inchiostrare il CB problematico Adam “non più pacman” Jones proprio per marcare questi tipi di ricevitori, mentre poi si continuano ad affidarli a cornerbacks che invece hanno dimostrato negli anni di non avere il passo necessario per marcarli...mah...La sconfitta però non ha solo questo padre, non ha convinto per nulla il gameplan, con il gioco di corsa mai cercato, nemmeno ad inizio partita, non ha convinto il front 7, che dopo 2 drive iniziali non è più riuscito a mettere le mani addosso a Jason Campbell, il quale invece dal canto suo ha convinto e non poco: l' avevamo visto spaesato, impreciso, frustrato e fuori forma nell' opener kick off contro i Giants, lo rivediamo 3 settimane dopo totalmente cambiato, sgusciante e fantasioso al punto giusto, lui è l' emblema della trasformazione di tutti i Redskins, che probabilmente in questo momento sono la squadra più in forma della Lega e che vincendo questa partita mandano un segnale chiaro alla division più dura della NFL.


Sul piano tecnico questi due upset sono quelli che conquistano la copertina di questa settimana, sul piano umano invece la storia di Matt Bryant ha riscaldato i cuori di molti americani e non solo: il kicker dei Buccaneers in settimana ha subito il lutto più triste che un uomo possa subire, veder morire il proprio figlio, di 3 mesi, è una disgrazia allucinante che può mettere K.O. chiunque; Bryant invece ha voluto giocare questa domenica, non riusciamo nemmeno ad immaginare cosa potesse macerarlo dentro, ma lui ha voluto comunque essere in campo, mai come in questi casi la prestazione sua o della squadra passa in secondo piano, il 3/3 e la vittoria della squadra della Florida contro i Packers crediamo siano servite più che altro per staccare la spina dalla vita reale che ha voluto colpirlo così pesantemente.


Ritornando sul piano strettamente sportivo, non possiamo esimerci di consegnare il nostro personale premio MVP della settimana a Brett Favre, in concomitanza assegniamo il premio LVPs alle secondarie dei Cardinals: Favre è tornato a fare quello che ha fatto per decenni, la sua sbracciata inconfondibile ha vivisezionato una difesa che va detto tende anche a vivisezionarsi da sola, 6 TD passes ne fanno già il leader della statistica, non sappiamo quante partite vinceranno i Jets e se saranno abbastanza per approdare ai PO, ma quel che sappiamo è che il loro QB a fine anno sarà tra i primi 3 come TD lanciati, che poi alla fine è quello che a lui veramente interessa, non si spiegherebbe in altro modo questa sua ostinazione nel voler continuare a giocare....


Detto in apertura delle sorprese in negativo, veniamo in chiusura alle sorprese in positivo: Bills e Tennessee. Minnesota doveva essere la rivelazione dell' anno, se non della Lega tutta, almeno della sua division...e invece 1-3 è un record che impressione forse tanto quanto il 4-0 dei Titans. La settimana scorsa l' avvento di Frerotte e soprattutto il panchinamento di Tarvaris Jackson doveva essere la panacea di tutti i mali e invece? Invece no, le scusanti possono essere la parziale condizione fisica di Peterson, ma Chester Taylor ha dimostrato nelle passate stagioni di poter sopperire in queste situazioni, invece continua ad essere poco utilizzato (benchè anche lui con qualche acciacco fisico), la linea offensiva, la migliore di tutta la lega, ha sinora reso meno del prevedibile anche per assenze che già dalla settimana prossima dovrebbero rientrare, certo è che in Monday Night in casa dei Saints inizia ad essere l' ultima spiaggia e vista la condizione delle due squadre prevedere un 1-4 potrebbe non essere una cosa così irreale. Ma è giusto dare a Cesare quel che è di Cesare, i Vikings non hanno perso con i Chiefs, hanno perso con i Titans che hanno saputo trasformare in 21 punti i 4 turnover forzati e che possono schierare quello che attualmente è il rookie dell' anno, Chris Johnson, ai primi TDs da professionista; l' assenza di Vince Young sembra pesare veramente poco e per certi versi questo potrebbe essere anche un bene per il ragazzo del Texas, che può rimettere assieme con calma i pezzi della sua vita, se il problema era proprio la pressione vedere la sua squadra vincere comunque, togliere dalle sue spalle tutto il peso della vittoria o della sconfitta potrebbe aiutarlo a rimettersi in sella, che è quello che tutti noi amanti di questo sport speriamo.

La vittoria di Buffalo era più prevedibile questa settimana, ma le partite bisogna giocarle e ancora una volta Buffalo l' ha giocata e vinta allo stesso modo al quale iniziamo ad abituarci, primi 3 quarti così così dell' attacco, con la difesa chiamata a non far scappare gli avversari e ultimo quarto di rincorsa e di rimonta, stavolta non è servito nemmeno il quarto periodo perfetto di Edwards, solo 3 lanci per lui, 4 considerando quella della conversione da 2 punti (peraltro andati tutti a segno nel drive che ha dato il colpo del K.O. alla partita). L' impegno di settimana prossima nasconde più insidie di quello che può sembrare, i Cardinals sono un' eterna incompiuta, ma proprio in quanto tale ci hanno abituato negli anni ad avere picchi bassi alternati a picchi alti, il loro attacco potrebbe portare più di un grattacapo alla difesa dei Bills, il segreto di pulcinella di queste 4 vinte e 0 perse.


La chiosa finale la dedichiamo ad un altro vecchietto che ha sì perso lo scontro diretto con Favre ma ha mostrato che se c' è da fare a pallate non è ancora secondo a nessuno: 472 yards, 57 lanci tentati in una partita subito compromessa, ma di certo non per colpa sua, Kurt Warner era stato dato per finito forse troppo presto, forse qualcuno nel Missouri si starà mangiando i gomiti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Visto che del povero Bryant ha già parlato il Direttor de' Direttori, una sola nota a margine di Week 4, dedicata (ma va? diranno i miei migliori conoscitori) a un calciatore NFL; Matt Prater, kicker dei Broncos, padella ingloriosamente un FG da 28 yds e rende Cutler incazzato come una belva (cit) (altro che "frustrated" come lo definisce il commentatore della CBS, era proprio una incazzatura bella e buona)per poi piazzare due missili balistici intercontinentali da 56 (sic!)e 51 yds; Cosa abbiamo imparato oggi ? Che un QB che ricopre di contumelie il proprio kicker in diretta nazionale lo trasforma in incontenibile mattatore dal campo;vista poi la prestazione di Jay Christopher, forse anche Prater avrebbe dovuto farsi scappare un "Ma va a far bocche col culo" verso il #6.Solo per il bene di Denver, sia chiaro, eh...

angyair ha detto...

Meglio che i cowboys abbiano perso adesso. Se devi fare un 18-1 è meglio perdere una delle prime 16 che non l'ultima....

aLesAN ha detto...

Ma chi è l'inutile ciarlatano? E poi è solo inutile, solo ciarlatano o entrambe le cose? A me sembrava un intervento interessante...