mercoledì 30 gennaio 2008

Eating for sport (Il dilettante)

Anche io ho letto il libro di John Grisham (foto sotto), ma non voglio mettermi qui a contestare i giudizi che per la rete girano tra tutti quegli appassionati i quali, veri protagonisti di uno sport ormai solo pugni e dilettantismo, si sentono finalmente considerati e, il tutto, grazie ad una delle penne più celebri e lette del pianeta.

Magari ne faranno anche un film, così l'orgoglio salirà finalmente, e giustamente, a livelli mai raggiunti da questi ragazzi abbandonati alla loro passione su campi di periferia. Più improbabile un film tratto da un libro di Giampiero Mughini (foto ancora più sotto), uno che scrive solo per sé stesso e trova da pubblicare solo grazie a un passato di comunista quando il comunismo era di gran moda (oggi tira di più fare gli anarchici, diciamocelo). Mughini è il classico intellettuale che ancora non si capisce su cosa cerchi di illuminare la gente: Elisabetta Canalis (foto sempre più sotto, si distingue dal Mughini per via della camicia) non ha bisogno di Mughini per essere illuminata, è già piuttosto guardabile di suo. Il calcio? E che ne sa Mughini? Potrebbero chiamare un qualsiasi Francis Azazelli che ne saprebbe certamente di più senza tutte quelle offese alle sorelle degli spettatori (e magari qualcuno di loro ha pure una sorella proprio tra il pubblico) che tanto fanno audience oggi, nel Paese delle fette di mortadella e le bottiglie di spumante in Senato.

Noi affondiamo, loro fanno i pagliacci. E vorrebbero convincerci a esultare con loro. O che magari Mughini è un illuminista. Citando qualcuno di più letto verrebbe da dire che "hanno le facce come il culo".

In ogni caso, parlavamo di altro, ossia di John Grisham e del suo Il Professionista, libro che da queste parti è già stato ottimamente descritto e sul quale non mi dilungherò. Non mi dilungherò per il semplice motivo che chi doveva parlare ha parlato e, in seondo luogo, se non si è dilungato lui a scriverlo perché dovrei perdere tempo io a commentarlo? Non si arriva alle trecento pagine nemmeno con la copertina, la controcopertina, la nota dell'autore, i ringraziamenti e l'indice; i caratteri con cui è stampato, poi, sono più grandi di quelli del titolo impresso sopra al magnifico logo dei Panthers Parma.

Fatto sta che se chi dalla prossima primavera indosserà di nuovo casco e paraspalle per affrontare squadre dai nomi improbabili come Glaidatori de Roma, Mriners del Lazio e i mitici Gechi di Sassulo, ha amato tutte le citazioni di campo e spogliatoio, gli appunti che volevo fare sono essenzialmente due, da dilettante, che ama mangiare e che, per via della schiena, anche volendo non avrebbe mai potuto giocare a football.

Il primo, su cui torneremo presto, forse, è il fatto che il traduttore indichi il ruolo di safety al maschile. Giusto? Sbagliato? Non lo so, ma d'ora in avanti anche io voglio scriverlo così. intanto lo differenziamo dalla segnatura da 2 punti, la safety appunto, e poi perché è il ruolo di uno sport dove sono tutti uomini e non vogliamo relegare solo loro a fare le femmine.

Anche il caro Roberto Gotta usa il maschile. Perché io no? Forse qualcuno può avanzare la protesta sul fatto che vi sia la mezzala nel calcio, o la guardia nel basket, ma questo non è un post di opinione, non sto chiedendo suggerimenti. Sto dicendo che il safety, che suona da schifo, è meglio di la safety e distingue benissimo due diversi fattori; un ruolo e una segnatura da due punti.

Secondo aspetto, che ci riguarda più da vicino, è la descrizione delle specialità culinarie emiliane. "Per uno cui piaceva il MacDonald's, i sapori risultarono stupefacenti. Rivestirono ogni papilla gustativa e lo spinsero a masticare più lentamente possibile. Sam stava prendendo una fetta per sé e Nino versava altro vino. <E' buono?> domando a Rick.


E ti credo. Questo è il punto. Il libro può interessare anche chi non gioca, anche chi come me ha una vita di atleta fallito prima ancora di cominciare alle spalle. Ma l'arte della tavola, cribbio, quella no. La descrizione dei gusti e delle papille gustative che raggiungono l'orgasmo ad ogni assaggio è ciò che ci riempie la testa delle migliori fantasie perché noi che ci presentammo attaccanti e finimmo a rubare il posto al portiere titolare, ci siamo resi conto subito che il nostro destino sarebbe stato quello di finire su un divano a bere birra e mangiare come porci mentre i gladiatori si battono (anche per noi). Certe fatiche lasciamole ad altri, e pazienza se ogni tanto ci scappa un hamburger di MacDonald's piuttosto che una bella tagliata a Montalcino innaffiata da un rosso che ti fa buttare sotto la tavola a bestemmiare per tanta divina bontà.

Ecco, il punto è questo. Ci sono professionisti, amatori, tifosi e perditempo. Io, nonostante il lavoro, appartengo all'ultima categoria, quella che si ciabatta al caldo con birra e pop-corn guardando le partite. Quello che una buona trattoria prima del Super Bowl è la parte più bella dell'evento. Quello che sarebbe bello andare a vedere una partita negli States, ma non ha tutta 'sta fretta e poi vedere il Super Bowl mentre qua cala la notte ha il suo perché. Insomma, un dilettante, un amatore o, meglio, un amante che ama il buon cibo e che si rivede perfettamente nelle degustazioni di Parmigiano-Reggiano dell'opera di Grisham. Un momento di letteratura esaltante che ti apre lo stomaco e ti fa richiedere cibo.

Dopo Grisham ho preso in mano l'ultimo di Joseph O'Connor, da u mese sono fermo a pagina 60 tanto è pesante. Il buon Joe sta facendo il passaggio da piacevole scrittore a grande culo leccato dai peggiori critici letterari del pianeta, quelli che non ascolta nessuno ma che fanno la differenza. Come Mughini.

Joe, te lo dico da un po'. Lasciali perdere, il tuo scrivere da cronista, le tue frasi che scorrono via veloci, la tua ironia, i tuoi racconti, anche drammatici, che fotografano una vita reale, grigia, senza farci sentire pressati e senza dover fare i conti con un mattone sullo stomaco, riflettendo e ridendo al tempo stesso di quanto possa essere banale cercare di dare un tono anche a storie che vanno bene così. Te lo dico da un po', ma tu ascolti i Tòibìn, gli O'Faolain, i McCann, personaggi che trovano modo di essere letti solo recensendo un libro e finendo appiccicati sulla quarta di copertina dello stesso.

Ve beh, me che importa? Del resto io non scrivo e non gioco a football, ma mangio, e qui Grisham ha colto nel segno, in questa sua guida tascabile per turisti in Italia, dove si consigliano alcune belle città da visitare, alcuni ottimi piatti da assaggiare e alcune squadre che, volendo, possono essere seguite giusto per "the love of the game". Che di per se non è nemmeno poco se ci pensate. E' solo che anche noi amatori, noi dilettanti, avremmo bisogno di un nostro libro, che parli di come piuttosto che farci dar calci alle caviglie al sabato pomeriggio per la pizza del venerdì, stiamo in casa a mangiare come porci e guardare gli altri che si fanno del male. Il che ha un po' di sadismo, ma è la passione che ci spinge a tanto. E poi speriamo che nessuno si faccia mai veramente male.

In ogni modo, questo vuole essere l'anno che consacra la playmate del blog. Perché se togliamo le cose davvero importanti, come la famiglia, il lavoro e l'amore ci restano i ritorni di Devin Hester (foto a destra, quello con la palla in mano) e la speranza che la bettola in fondo alla strada sia aperta e pronta ad offrirci affettati, salsiccia e fagioli. E tanto vino.

Poi accendiamo la TV che comincia il Super Bowl.

PS: visto che dopo le bettole e i ritorni di Hester uno sguardo alla gnocca non fa mai male, quest'anno cureremo le playmate di ECT e, a dicembre, eleggeremo la migliore attraverso un referendum popolare nel quale, ad ogni ragazza, abbineremo un sistema elettorale e di governo (tedesco, francese, americano, inglese ecc...), così sapremo chi è la donna piaciuta di più e come votare alle prossime elezioni, sperando che aspettino il 2009, se no salta il nostro piano.

Inutile dire che, visto il successo avuto alla prima uscita, la copertina di gennaio è per lei: Carmella De Cesare in Garcia. Eccone un altro assaggio.


Ah, non chiedetevi cosa c'entra questo. C'entra come Mughini a Controcampo, la Canalis che parla con Mughini, Grisham che parla di culatello e io che parlo di sport: niente.

4 commenti:

azazel ha detto...

hahahaahah ho temuto che dopo la foto di mughini, e quella piu sotto della canalis, toccasse ancora piu sotto alla foto di azazelli, ma grazie a dio ce la siamo scampata.
china ottimo come sempre, anche se temo che non arriveremo al 2009 per sapere il sistema elettorale...

:camicia: :culoecamicia:

angyair ha detto...

Delusione totale l'esclusione dei rustici dal libro di Grisham. :salentonazione:

P.S.: ma chi l'ha scelto il sondaggio? :roll:

aLesAN ha detto...

Il sondaggio non so di chi sia, ma Lucianone domina :D

Ah, il volto di azazelli deve rimanere un segreto, almeno per ora.

therussianrocket ha detto...

da quel che ho capito sto libro di Grisham deve fare davvero schifo. Meglio buttarsi sui primi noir giudiziari.

ps: grandissimo francis azazelli :notworthy:

ps2: china ringrazia gavo per aver oscurato il tuo pezzo, pubblicando il suo lo stesso giorno :sesso&potere: